"Gentile Direttore,
leggendo la polemica esplosa a Sanremo attorno alla “campana dei bimbi non nati” mi viene spontaneo fare una piccola riflessione personale, che però vorrei condividere tramite le pagine del suo giornale.
Questa polemica mi appare l’ennesima dimostrazione di un’ipocrisia ormai evidente nel dibattito pubblico. Ipocrisia che purtroppo appartiene ad una parte politica ben precisa, nella quale una volta mi riconoscevo, ma ora faccio sempre più fatica a farlo. Possibile che i temi dei quali parlare siano sempre pretestuosi e senza un collegamento diretto sulla vita dei cittadini? É davvero importante parlare di una campana e lasciare indietro i temi davvero importanti? Sanità? Lavoro? Questi sconosci ormai… Ci si riempie la bocca di libertà, pluralismo e tolleranza, salvo poi negarli non appena qualcuno esprime un pensiero o un simbolo che non rientra nel perimetro ideologico ritenuto accettabile. Il vescovo ha promosso un’iniziativa religiosa, simbolica, nel pieno esercizio della libertà di espressione e di culto. L’iniziativa può piacere o non piacere, può essere condivisa oppure no: è del tutto legittimo. Ciò che non è legittimo è negare ad altri il diritto di esprimersi solo perché quel messaggio disturba o non rientra nei canoni ideologici dominanti.
Dov’è lo scandalo? O forse la libertà vale solo per alcuni, mentre per altri diventa automaticamente 'provocazione', 'offesa' o 'atto politico'? Questa non è difesa dei diritti, ma libertà a senso unico. Ed è proprio questa ipocrisia, più che una campana, ad allontanare i cittadini da una politica che preferisce indignarsi per i simboli invece di confrontarsi seriamente con la complessità della realtà.
Cordiali saluti, B.S.".














