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Politica | 20 dicembre 2025, 20:11

Bordighera, i consiglieri firmatari della sfiducia a Ingenito: "Meno moralismi, più responsabilità e chiarezza verso i cittadini"

"La sfiducia è l’esito di una frattura politica e amministrativa evidente, maturata nel tempo, su cui il richiamo continuo alla 'correttezza' e al 'buon senso' non è più stato sufficiente a coprire problemi concreti"

Bordighera, i consiglieri firmatari della sfiducia a Ingenito: "Meno moralismi, più responsabilità e chiarezza verso i cittadini"

"Il tono di forte delusione richiamato nelle dichiarazioni pubbliche del consigliere Walter Sorriento appare, più che un’analisi lucida dei fatti, una rappresentazione emotiva che tende a spostare il piano del confronto dalla sostanza alla morale. È un’impostazione tipica del perbenismo politico: raccontare una vicenda complessa come se esistessero da un lato i 'responsabili' e dall’altro i 'colpevoli', evitando accuratamente di entrare nel merito delle reali criticità amministrative. Qui il punto non è la delusione personale di qualcuno, né la narrazione di una presunta caduta etica della politica locale. Il punto è che un’amministrazione si valuta sui fatti, non sulle intenzioni dichiarate" - dicono Marzia Baldassarre, Barbara Bonavia, Massimiliano Di Vito, Mauro Bozzarelli, Massimiliano Bassi, Fulvio Debenedetti, Giuseppe Trucchi, Alessandro Albanese e Sara Piantoni, i consiglieri che hanno firmato la sfiducia al sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, in merito alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere regionale Walter Sorriento.

"La sfiducia non è stata un gesto teatrale né un colpo di mano ma l’esito di una frattura politica e amministrativa evidente, maturata nel tempo, su cui il richiamo continuo alla 'correttezza' e al 'buon senso' non è più stato sufficiente a coprire problemi concreti: mancanza di condivisione, difficoltà nei rapporti istituzionali, assenza di una reale guida politica capace di tenere insieme maggioranza e consiglio" - sottolineano - "Il perbenismo, in questo contesto, diventa una scorciatoia narrativa: si parla di responsabilità senza spiegare quali decisioni non hanno funzionato, si evoca la stabilità senza riconoscere che quella stabilità era già compromessa, si richiama l’interesse della città senza assumersi fino in fondo la responsabilità delle scelte fatte". 

"Quanto al commissariamento, continuare a dipingerlo come una sciagura è semplicemente scorretto. Il Commissario non 'blocca' la città né la penalizza: svolge attività ordinaria, garantisce continuità amministrativa, rispetto delle scadenze e neutralità istituzionale. È uno strumento previsto dalla legge proprio per evitare il vuoto di potere, non una punizione politica" - affermano - "Allo stesso modo, sui fondi regionali è bene essere chiari: non sono stati persi ma non sono nemmeno arrivati. Alimentare l’idea che la sfiducia abbia causato un danno economico immediato significa raccontare una semplificazione che non trova riscontro nei fatti. Le risorse si auspicano, si attendono, si istruiscono con atti formali: non si materializzano per effetto di dichiarazioni o buone intenzioni".

"In definitiva, ciò che emerge non è una politica 'tradita' ma una politica che ha smesso di funzionare e che è stata riportata dentro gli strumenti democratici previsti dall’ordinamento" - sottolineano - "Meno moralismi, più responsabilità. Meno narrazione emotiva, più chiarezza verso i cittadini".

Elisa Colli

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