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Politica | 30 dicembre 2025, 09:31

Sanremo, la 'Campana dei bambini non nati' accende lo scontro: “Un gesto che divide, giudica e umilia”

Dal Partito Democratico, Ventimiglia progressista e i Radicali Italiani un duro j'accuse al Vescovo

Sanremo, la 'Campana dei bambini non nati' accende lo scontro: “Un gesto che divide, giudica e umilia”

L’installazione e il suono quotidiano, alle ore 20, della cosiddetta “Campana dei bambini non nati” a Sanremo — voluta dal vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta — non è passato sotto silenzio. L’iniziativa, nata per “ricordare i bambini non nati a causa dell’aborto”, ha suscitato un’ondata di critiche dal mondo politico e civile, che denuncia un gesto pubblico percepito come intrusivo, divisivo e simbolicamente accusatorio verso le donne e il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza garantito dalla legge 194.

Ioculano (PD): “Sanremo non è uno Stato religioso, servono rispetto e laicità”

Per il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Ioculano, la decisione del vescovo rappresenta un atto “inopportuno e poco delicato”, che rischia di trasformare un tema “complesso e doloroso” in uno strumento di colpevolizzazione delle donne. Ioculano richiama la centralità della legge 194, definendola frutto di “un equilibrio alto tra tutela della salute, autodeterminazione e responsabilità” e sottolinea come ogni messaggio pubblico che insinua i giudizi morali sulle scelte femminili sia “inaccettabile”. Piuttosto che ergersi su simboli divisivi, afferma, la diocesi dovrebbe interrogarsi sulle proprie priorità, ricordando che “il corpo delle donne non può essere terreno per campagne identitarie”. La laicità delle istituzioni e la libertà di coscienza, insiste, sono valori fondanti della democrazia italiana. Difendere la 194, secondo il consigliere, significa difendere “dignità, salute e autonomia”, non promuovere superficialità, né mancanza di rispetto per la vita. Da qui l’appello: “Serve meno retorica e più rispetto. Serve ascolto, non giudizio. Le campane scandiscono il tempo di una comunità: quel tempo dev’essere segnato dal rispetto”.

“Non misericordia, ma colpa”: la denuncia di Ventimiglia Progressista

Durissima anche la presa di posizione di Ventimiglia Progressista, che parla di atto simbolico tutt’altro che neutro. La campana, ogni sera, “non chiama a raccolta, non avverte di un pericolo, non segna il tempo”, ma “suona per imporre un giudizio”. L’iniziativa viene descritta come una trasformazione del dolore in “strumento di accusa”, un’intrusione inaccettabile nella sfera dell’autodeterminazione femminile. Il comunicato sottolinea come l’eco del rintocco diffonda “vergogna morale, paternalismo e disprezzo”, riaprendo ferite e caricando lo spazio pubblico di una condanna ritualizzata. È una “campana a morto”, si legge, che “riporta la città indietro”, riduce la complessità dell’esperienza umana a slogan morali e alimenta divisioni invece di cura e comprensione.

Verda (Imperia): “La salute non è terreno per battaglie ideologiche”

A intervenire è anche Edoardo Verda, consigliere comunale di Imperia e medico, che parla di iniziativa “colpevolizzante” e ideologicamente violenta. Ricordare i “bambini non nati a causa dell’aborto”, sostiene, significa in realtà silenziare altre voci: quelle delle donne che hanno affrontato scelte drammatiche, spesso nel dolore e nella solitudine. Verda difende con forza la legge 194, definendola “legge di civiltà” che tutela salute, dignità e autodeterminazione femminile, e denuncia il rischio che azioni simili alimentino una battaglia ideologica “sulla pelle delle persone”, calpestando storie individuali e sofferenze reali. Il rintocco, conclude, “non porta conforto ma aumenta sensi di colpa”.

Radicali Italiani: "Non è un gesto di fede ma un'operazione politica contro i diritti delle donne"

“Quello messo in scena a Sanremo dal vescovo Antonio Suetta - afferma in una nota Filippo Blengino, Segretario nazionale di Radicali Italiani - non è un gesto di fede, ma un’operazione politica contro i diritti delle donne. Suonare una campana ‘per i bambini non nati’ significa usare la religione come clava ideologica per colpire la legge 194, delegittimare la libertà di scelta e ignorare che grazie alla 194 sono diminuite morti e sofferenze. Quello di Suetta è pura propaganda di un altro secolo. Nessun rintocco cancellerà una legge conquistata con il voto, con le lotte e con la sofferenza di generazioni di donne. Chi usa simboli religiosi per fare pressione politica contro diritti fondamentali non sta difendendo la vita: sta tentando di riportare l’Italia verso uno Stato confessionale e autoritario. A questo tentativo risponderemo come abbiamo sempre fatto. Grave che tanta politica ligure taccia davanti a questa indegna parodia della fede”.

La campana voluta dalla Diocesi non è quindi solo un segnale religioso: si è trasformata in un atto pubblico denso di significato politico e culturale. Per i critici, rappresenta "Un giudizio moralistico reso sonoro, un’interferenza nelle coscienze, un modo per delegittimare un diritto conquistato e regolato dallo Stato. Al centro resta una domanda cruciale: quale spazio può avere, in una società pluralista, un simbolo religioso che interviene su un tema tanto intimo e complesso come l’aborto? Per ora, il suono della campana non unisce ma spacca, non consola ma interpella, costringendo Sanremo — e non solo — a confrontarsi ancora una volta con il rapporto tra fede, diritti, coscienza individuale e rispetto reciproco".

Carlo Alessi

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