“Dopo l’imponente sollevazione di critiche seguita all’annuncio della chiusura per quattro mesi del valico di Ponte San Ludovico per ‘riqualificare’ il piazzale, il sindaco Flavio Di Muro ha sentito, diciamo così, l’esigenza di precisare alcuni punti. Ma, come troppo spesso accade, la pezza è peggio del buco”.
Sono le parole di Maria Spinosi, esponente del Movimento 5 Stelle di Ventimiglia, in relazione alle ultime dichiarazioni del primo cittadino frontaliero. “Invece di ammettere l’errore – prosegue Spinosi - il sindaco lo riveste di burocrazia e autoassoluzione. Invece di chiedere scusa ai cittadini per un disastro annunciato, si trincera dietro un linguaggio tecnico che serve solo a mascherare l’incapacità politica. Parla di ‘riqualificazione’ e ‘messa in sicurezza’, ma non spiega perché Ventimiglia debba restare isolata per quattro mesi, come se la sicurezza potesse valere solo a senso unico: quella delle gallerie sì, quella delle persone no’. ‘Lavorazioni impattanti, giorno e notte, sette giorni su sette’, dichiara con tono trionfante. Come se l’intensità dei lavori bastasse a legittimare la paralisi. Ma il punto non è quanto si lavora: è come si pianifica. E qui, la pianificazione è inesistente. Nessun piano di viabilità alternativo credibile, nessun coordinamento reale con i comuni francesi confinanti, nessuna valutazione seria sull’impatto economico e ambientale. Solo decisioni prese sopra le teste dei cittadini, con la solita arroganza di chi scambia l’autorità per competenza”.
“Mentre il sindaco parla di piano ‘già approvato e coordinato’ – va avanti Spinosi - ANAS e Prefettura raccontano un’altra storia. I dettagli della chiusura saranno definiti solo lunedì prossimo, durante il tavolo tecnico presieduto dal viceprefetto Anna De Paola, responsabile della Protezione Civile. La Prefettura di Imperia ha avvisato quella di Nizza, con cui è in contatto costante: la concertazione è ancora in corso. Tradotto: il piano non è ancora completo, ma il Comune lo vende come fatto compiuto. Siamo alle solite: un’amministrazione che comunica prima di decidere, che confonde la narrazione con la trasparenza. Nel frattempo, i cittadini restano nel buio: senza chiarezza, senza alternative, senza voce. La chiusura di Ponte San Ludovico non riguarda solo Ventimiglia. Influenzerà i flussi verso la Francia, ma anche verso la Val Roya e la provincia di Cuneo, aggravando la crisi dei collegamenti e la frattura tra i due Paesi. Un cantiere nato male e gestito peggio, senza visione e senza ascolto, che finirà per danneggiare un intero territorio. Gli interventi previsti, dalla ‘riqualificazione’ della rotatoria dei Balzi Rossi ai lavori nella Galleria Dogana, fino alla sistemazione della rotatoria di Latte non sono opere tali da giustificare quattro mesi di isolamento. Si poteva lavorare per fasi, si potevano fare cantieri notturni, si poteva pianificare. Non lo si è fatto”.
“Ventimiglia è oggi prigioniera della burocrazia e del silenzio istituzionale. Una città che doveva tornare grande, e che invece viene soffocata da scelte cieche e da un potere sordo. Non è solo una strada a essere chiusa: è la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Ventimiglia non chiede miracoli, ma buon senso e ascolto e rispetto. Perché senza pianificazione non c’è sicurezza, solo caos amministrativo. E una comunità isolata non cresce: si spegne. E chi doveva proteggerla, oggi, ha spento la luce. Questo non è solo il racconto di un valico chiuso, ma di una comunità lasciata fuori dal proprio futuro. Il Comitato Difesa del Piazzale aveva già sollevato criticità precise, ma il sindaco ha scelto come sempre di non rispondere nel merito, limitandosi a deriderle. Forse sarà il caso che domenica prossima (ore 10.30 Ponte San Ludovico) tutta la cittadinanza manifesti sul piazzale per chiedere la sospensione dei lavori: frontalieri e non, cittadini e non, di destra e di sinistra, fino a quei ‘residenti’ di Latte che ieri si erano affrettati a dissociarsi dall’iniziativa. A buon intenditor…”.














