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Attualità | 04 agosto 2025, 16:01

Gatti randagi a Pigna, Patrizia Gavagnin: "L'ordinanza non va contro gli animali"

"L’alta val Nervia è area di presenza storicamente nota del gatto selvatico europeo"

Gatti randagi a Pigna, Patrizia Gavagnin: "L'ordinanza non va contro gli animali"

"Conosco bene da molto tempo la problematica del vagabontismo felino su cui ho svolto attività partecipando a diversi progetti di sterilizzazione condotti con studi veterinari e scrivendo direttamente il progetto per la richiesta di finanziamento. L’alta val Nervia è area di presenza storicamente nota del gatto selvatico europeo, l’estensione dell’areale interessa anche la valle Roia. Nell’anno 2017 vicino a Passo Muratone è stato rinvenuto un esemplare morto per veleno, su questo animale, che è conservato a Genova al Museo Giacomo Doria, sono state condotte misure diagnostiche e svolte analisi genetiche, la sua descrizione è stata oggetto di pubblicazioni scientifiche e di diversi incontri di divulgazione tra cui un evento molto partecipato a Pigna, nel mese di febbraio 2018. La presenza di una popolazione di gatto selvatico europeo sul crinale Nervia-Roia costituisce un aspetto importante nella biodiversità di questa parte delle Alpi Liguri e contribuisce a caratterizzare queste zone come ricche di specie rare, endemiche e patrimoniali che sono una ricchezza del territorio insieme ai beni architettonici e storico-culturali ben presenti" - dice Patrizia Gavagnin di Wildlife Biologist IUCN SSC Status Species Conservation - Ordine Regionale Biologi riferendosi alla polemica sorta in questi ultimi giorni in merito alla somministrazione di cibo ai gatti randagi nelle vie del paese di Pigna.

"Sono teriologa, mi occupo di mammiferi, segnatamente dei carnivori e della loro conservazione, e sono specialista del gatto selvatico europeo di cui seguo, con un collega veterinario di UNITO, l’areale biogeografico occidentale. Questo areale riguarda le province occidentali della Liguria, Imperia e Savona e del Piemonte, Cuneo e Torino" - sottolinea - "La conservazione del gatto selvatico europeo è fortemente minacciata dal rischio di perdita di variabilità conseguente all’ibridazione con il gatto domestico, dal momento che selvatico e domestico sono due sottospecie della medesima specie Felis silvestris, costituita da cinque sottospecie distinte, le due sopranominate e altre tre presenti in Asia e nell’Africa sub-sahariana. L’ibridazione con il gatto domestico è considerata essere uno tra i maggiori fattori di perdita di variabilità del gatto selvatico europeo, fattore dimostrato da tempo nella popolazione scozzese di questo felide e riscontrato anche in popolazioni di altre aree di presenza europee, come ad esempio in Francia. Le popolazioni più isolate sono a maggiore rischio. Il contatto con i gatti domestici espone, inoltre, il selvatico a contrarre patologie del domestico a cui è sensibile in quanto non gli sono proprie".

"Per tutelare la conservazione del gatto selvatico ma anche per promuovere interventi volti a garantire il benessere della popolazione felina domestica, ossia la promozione delle colonie feline come sono intese dalla legge, ho partecipato ad almeno una decina di progetti di sterilizzazione ed educazione ambientale sul tema con la partecipazione di diversi studi veterinari che conducevano il lavoro sanitario delle sterilizzazioni, indirizzati a comuni e comunità montane" - afferma - "Dal momento che la legge n. 281/1991 e le leggi regionali derivate tra cui la n. 23/2000 ligure, prescrivono la necessità di informazione circa la consistenza del fenomeno del randagismo e le sue dimensioni, il mio ruolo era quello di fornire un quadro di base della situazione al fine di eseguire una stima delle sterilizzazioni necessarie, dei maschi e delle femmine presenti e di tutti i potenziali fattori critici, oltre che scrivere il progetto con la richiesta di finanziamento e tenere incontri con i volontari e stakeolders".

"Nell’articolo relativo alla protesta che ho letto, la legge n. 281/1991 viene citata in modo improprio e strumentale dato che il suo intento è quello di creare punti stabili, le colonie feline appunto, dove gli animali sterilizzati possono vivere senza aumentare di numero tramite le sterilizzazioni delle femmine e convivendo i maschi, sempre grazie alla sterilizzazione che riduce l’aggressività intraspecifica. La legge n. 281/1991 è una legge tecnicamente, ed eticamente, equa e moderna che altri Paesi hanno preso ad esempio, ma scarsamente applicata, in origine perché non affiancata da una pianificazione di finanziamento e attualmente a causa del disinteresse politico" - dichiara - "Le delibere di finanziamento per le sterilizzazioni, secondo la legge regionale n. 23/2000, che venivano pubblicate ogni inizio anno si sono interrotte ed è stato chiuso l’Osservatorio per il Benessere delle Popolazioni Animali che era un tavolo di coordinamento regionale delle associazioni dei volontari per partecipare alle attività. Il finanziamento regionale per le sterilizzazioni non si è completamente azzerato, essendo un obbligo, ma è diventato scarsamente noto rendendo difficoltosa la richiesta di partecipazione, soprattutto da parte dei piccoli comuni dove gli impiegati sono poche persone che devono seguire contemporaneamente diverse tematiche".

"L’ordinanza di divieto di alimentare i gatti nelle vie del paese non va contro gli animali, ma anzi va letta a loro favore in quanto, mentre esistono persone che li alimentano, esistono anche altri che sono ostili a situazioni derivanti dagli animali per la strada, ai resti di cibo e alle deiezioni. Possiamo non essere d’accordo, ma esistono e in situazioni esasperate possono diventare un pericolo per gli animali posizionando esche avvelenate" - mette in risalto - "Tale situazione esiste in molte realtà urbane, l’hanno descritta proprio a Pigna, in un convegno tenuto l’anno scorso, sia la relatrice dell’Istituto Zooprofilattico invitata a trattare il tema della diffusione dei veleni in ambito urbano che l’Agente della Vigilanza regionale del Nucleo Cinofilo Antiveleno. Personalmente ricordo un caso di particolare ostilità che era occorso in un incontro di informazione tenuto per un progetto finanziato alla Comunità Montana Argentina Armea nell’anno 2009. Sterilizzare i gatti e individuare aree idonee per le colonie feline, non nei vicoli del paese, credo sia un’altra cosa".

 

Elisa Colli

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