La polemica sulla perizia di variante del nuovo asilo nido comprensoriale di Taggia non si ferma. Dopo gli attacchi del gruppo di minoranza “Progettiamo il Futuro”, che ha contestato l’utilizzo di 345 mila euro di avanzo per coprire l’aumento del quadro economico, arriva la replica del sindaco Mario Conio, che respinge ogni accusa e parla di “disinformazione” e “numeri travisati”.
Secondo la minoranza, la variante approvata dalla Giunta lo scorso 20 novembre avrebbe determinato un incremento dei costi del primo lotto — finanziato dal PNRR — da 1.540.000 a 1.885.000 euro, costringendo il Comune a reperire risorse proprie. Una scelta giudicata “incomprensibile” e “priva di trasparenza”, soprattutto alla luce della dichiarata mancanza di fondi per gli interventi di manutenzione.
Il sindaco Conio risponde però con una lettura diametralmente opposta. “Ho letto nelle scorse ore alcune polemiche relative alla perizia di variante e ai costi del nuovo asilo nido comprensoriale che sta sorgendo all’interno delle Ex Caserme Revelli. Ancora una volta si fa disinformazione su un tema complesso, generando confusione tra i cittadini”, afferma, definendo il progetto “fondamentale e necessario per le famiglie e l’intera comunità”.
Conio chiarisce poi i numeri dell’opera: “Il costo dell’opera, divisa in due lotti, ammontava inizialmente a 2.300.000 euro. Il primo lotto da 1.540.000, per la realizzazione della struttura, è stato finanziato tramite fondi PNRR; il secondo da 760.000 euro, per la realizzazione degli interni, sapevamo fin dal primo giorno di doverlo cofinanziare con risorse di bilancio, così come indicato negli atti del 2023”.
Il sindaco ribalta così l’accusa di aumento dei costi: “La perizia di variante approvata garantisce l’ultimazione dei lavori previsti nella seconda fase attraverso l’estensione dell’importo contrattuale. Grazie al ribasso e all’ottimizzazione dell’appalto, l’importo complessivo dell’opera passa da 2.300.000 a 1.850.000 euro. Nessun imprevisto o costo aggiuntivo, ma anzi un risparmio per le casse comunali”.
La replica del primo cittadino punta quindi a chiudere il caso, rivendicando la correttezza dell’iter: nessuno sforamento, nessuna spesa inattesa e una riduzione significativa rispetto al costo inizialmente stimato.














