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Al Direttore | 03 dicembre 2025, 07:06

Sanremo: 12 ore trascorse al Pronto Soccorso, il "grazie" di una nostra lettrice al personale

"Il mio è forse solo una goccia in mezzo al mare, ma credo che, se tutti imparassimo più spesso a dire grazie, quel mare potrebbe cambiare colore"

Sanremo: 12 ore trascorse al Pronto Soccorso, il "grazie" di una nostra lettrice al personale

Una nostra lettrice ci ha scritto per ringraziare il personale del Pronto Soccorso del 'Borea' di Sanremo:

"Scrivo a nome mio e della mia famiglia dopo aver trascorso dodici ore nel pronto soccorso dell’ospedale di Sanremo. Dodici ore in cui si vede davvero di tutto. E proprio per questo sento il bisogno di dire grazie. Ma non un grazie generico, non a un’istituzione nel suo complesso: il mio grazie va alle persone. A quelle che lavorano in silenzio, con le mani sporche, con la stanchezza negli occhi e l’umanità ancora intatta. Grazie a chi cerca e trova l’ultima barella disponibile come se fosse un tesoro. Grazie all’infermiera che passa in corridoio, cambia una flebo, ne stacca un’altra, e senza che nessuno la chiami – o, peggio, la insulti – si ferma a prendersi cura di un paziente in carrozzina. Grazie a chi esce nella sala d’attesa, tra parenti stremati e preoccupati, chiede i nomi dei ricoverati e prova, con parole semplici, a dare informazioni e un po’ di sollievo. Grazie all’OSS che disfa un letto in fretta e altrettanto in fretta lo rifà perché serve a un altro paziente. Grazie a chi cambia i pannoloni ai malati, a chi pulisce, a chi sistema, a chi fa lavori che pochi vogliono vedere ma senza i quali tutto si fermerebbe. Grazie a chi, nonostante tutto, trova ancora la forza di sorriderti e parlarti come a una persona e non come a un fastidio. Grazie a chi incassa le lamentele, gli insulti, la rabbia che spesso nasce dalla paura.
Grazie agli infermieri che ti danno notizie e cercano di rassicurarti anche quando, per l’ansia, diventi insistente. Grazie all’infermiera e alla guardia che cercano di calmare l’ubriaco di turno delle 21.30. E grazie alla stessa guardia che sembra avere cento occhi: divisa tra parenti che si intrufolano, tensioni che esplodono, e interventi delle forze dell’ordine che si susseguono più volte in una sola sera. In dodici ore di pronto soccorso si vedono davvero tutti i colori dell’umanità. Ma forse, invece di fermarci solo a lamentarci, dovremmo imparare a guardare più spesso il lavoro immenso, faticoso e invisibile che queste persone fanno ogni giorno. Il mio è forse solo una goccia in mezzo al mare, ma credo che, se tutti imparassimo più spesso a dire grazie, quel mare potrebbe cambiare colore".

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