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Attualità | 17 giugno 2025, 15:27

Ponte sull'Argentina, due interrogazioni in Consiglio regionale. Giampedrone: “Serve soluzione alternativa alla passerella, domani vertice decisivo”

Dopo averla annunciata nei giorni scorsi, Chiara Cerri (FI) ha chiesto chiarimenti sulla mancata passerella ciclopedonale. Interrogazione presentata anche da Enrico Ioculano (PD), che ha sottolineato l’impatto turistico della chiusura della pista. Domani il vertice tra Regione, Comuni e Amaie

Ponte sull'Argentina, due interrogazioni in Consiglio regionale. Giampedrone: “Serve soluzione alternativa alla passerella, domani vertice decisivo”

Sono state due le interrogazioni con risposta immediata discusse questa mattina in Consiglio regionale sul tema del cantiere del torrente Argentina e della contestata chiusura del ponte ciclopedonale tra Arma di Taggia e Riva Ligure. A portare la questione in aula sono stati, con approcci diversi ma complementari, la consigliera di maggioranza Chiara Cerri (Forza Italia) e il consigliere di opposizione Enrico Ioculano (PD).

Cerri, che è anche consigliera comunale a Taggia, ha sollevato preoccupazioni sia sul fronte della sicurezza – ricordando le zone rosse a rischio esondazione – sia sul disagio arrecato dalla chiusura del tratto ciclabile, inizialmente prevista con una passerella provvisoria poi non realizzata. “Interventi così importanti devono garantire la sicurezza senza compromettere la vivibilità del territorio”, ha sottolineato, chiedendo chiarimenti sulle motivazioni tecniche che hanno portato a scartare l’ipotesi della passerella.

Sulla stessa linea si è inserito Ioculano, che ha rimarcato l’impatto turistico e commerciale dell’interruzione, parlando di un’infrastruttura – la pista ciclopedonale – da oltre 2,5 milioni di passaggi annui (dato fornito da Amaie). “Attualmente quella ciclabile è interrotta senza alcuna alternativa, con pesanti ripercussioni sul traffico, sulla sicurezza e sulle attività locali”, ha detto. Il consigliere ha inoltre chiesto perché siano stati necessari quattro mesi per valutare una possibile viabilità alternativa.

L’assessore regionale alla Protezione civile e Difesa del suolo, Giacomo Raul Giampedrone, ha risposto direttamente in aula, lasciando intendere che una possibile soluzione alternativa alla passerella – ormai esclusa – è attualmente al vaglio delle istituzioni e potrebbe essere definita già domani, al termine del vertice convocato con i Comuni di Taggia e Riva Ligure e con Amaie Energia, proprietaria del tratto di ciclovia.

Giampedrone ha confermato che la passerella ciclopedonale originariamente prevista è stata eliminata in fase di progettazione esecutiva, per due motivi: da un lato, la sua posizione accanto al cantiere ne avrebbe reso impossibile l’utilizzo per ragioni di sicurezza; dall’altro, i costi stimati intorno ai 300mila euro non erano proporzionati alla sua reale utilità: “Ci è stato consegnato un progetto che evidenzia come, per buona parte dei mesi di cantiere, la passerella sarebbe comunque inibita”.

L’assessore ha però aperto a soluzioni alternative, spiegando che “domani si terrà un tavolo operativo con i sindaci e Amaie per individuare un percorso sostitutivo praticabile. Se non rientrerà nei fondi della Protezione civile, proveremo a finanziare l’intervento con risorse regionali, anche attraverso fondi per le infrastrutture turistiche”.

Un ulteriore nodo tecnico riguarda la presenza di un collettore fognario sotto il ponte. Prima della demolizione, sarà necessario scollegarlo e deviarlo. “Esiste un rischio residuale che si possano verificare sversamenti in mare – ha ammesso Giampedrone – anche se molto basso. Ma è un’eventualità che, in piena stagione turistica, non possiamo ignorare”. Anche questo tema sarà discusso nella riunione di domani.

“Comprendo i disagi – ha aggiunto l’assessore – ma occorre ricordare che si tratta di un’opera strategica per la messa in sicurezza dell’intera zona. L’Argentina è tra i corsi d’acqua più pericolosi della Liguria: l’intervento da 17 milioni di euro punta a proteggere abitazioni e aree oggi classificate come rosse o inondabili. Serve coesione istituzionale e spirito costruttivo per arrivare a una sintesi utile al territorio”.

Andrea Musacchio

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