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Politica | 18 settembre 2015, 18:50

Ventimiglia: donazione e presidio dei No Border, intervento di Jacopo Colomba di Rete a Sinistra

Jacopo Colomba di Rete a Sinistra interviene sulla questione del presidio dei No Border a Ventimiglia.

Ventimiglia: donazione e presidio dei No Border, intervento di Jacopo Colomba di Rete a Sinistra

Jacopo Colomba di Rete a Sinistra interviene sulla questione del presidio dei No Border a Ventimiglia.

"Negli ultimi mesi l'esistenza e il perdurare al confine del Presidio No Borders ha scatenato gli istinti più bassi e meschini di molti ventimigliesi - afferma Colomba - Da un parte si è scatenata sui social networks una squallida gara a chi trovasse l'insulto più bieco per apostrofare gli attivisti del Presidio. Dai classici "zecche" e "nullafacenti" fino a "no workers", "scarti della società", "vermi", "carogne", il tutto accompagnato da odiosi e assurdi propositi nei confronti degli stessi militanti: "bruciamoli con il lanciafiamme!", "manganelliamoli!", "facciamogli bere l'olio di ricino!". A cui si aggiungono una serie infinita di favole e leggende metropolitane sui No Borders, la più infame delle quali vorrebbe che dietro gli incendi che hanno devastato le nostre colline nell'ultimo periodo ci sarebbe proprio la loro mano.

Dall'altro lato - prosegue Colomba - si è creata una "santa alleanza" fra tutto l'arco politico locale, impegnato quasi esclusivamente a gridare con crescente insistenza la repressione degli attivisti e lo sgombero del Presidio, e ripetendo come un mantra paradossali "appelli al ripristino della legalità", come se un'occupazione di suolo pubblico e la violazione di regolamenti e ordinanze comunali potesse in qualche modo prevalere sulle continue violazioni di diritti umani perpetrate a danno dei migranti e alla vergognosa sospensione de facto di Shengen per chiunque abbia una tonalità di pelle più scura del francese/italiano medio.

Leggere la loro incredulità di fronte alla generosa donazione del Mons. Suetta - conclude l'esponente di Rete a Sinistra -  non fa altro che esplicitare ancor di più quanto poco abbiano compreso le intenzioni dei militanti No Borders  e la funzione svolta dal Presidio stesso: un luogo abitato da normalissimi ragazzi, sia italiani che francesi, sia del luogo che di altre parti di Italia, che opera al tempo stesso da "salvagente" per tutti i profughi  ricacciati in territorio italiano e spesso arbitrariamente trattenuti nei locali della frontiera alta e da "megafono" contro l'assoluta vergogna rappresentata da una situazione dove eritrei, sudanesi ed etiopi (rifugiati a tutti gli effetti) vengono bloccati a qualche km dalla loro meta, dopo aver attraversato mille e più peripezie".

C.S.

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