Archiviato il capitolo relativo al pronto Soccorso, il consiglio comunale ha affrontato la pratica relativa al famoso “The Mall”, ovvero l'Outlet che dovrebbe sorgere in Valle Armea. In aula, seduti tra il pubblico, erano presenti molti esercenti sanremesi, sia titolari sia dipendenti, preoccupati per l'impatto negativo, lavorativo e quindi occupazionale, che l'avvento di questa nuova realtà potrebbe comportare per il commercio cittadino. Dopo una lunga ed articolata discussione, la pratica è stata approvata con i soli voti della maggioranza, mentre l'opposizione ha votato compatta in maniera contraria.
Il documento è stato presentato dall'assessore Luca Emanueli che ha illustrato la variante urbanistica richiesta per l'operazione. L'istanza era stata presentata dicembre 2013 e protocollata il mese seguente. La variante riguarda l'ampliamento di 281 metri quadrati, rispetto ai 6083 inizialmente previsti.
Il primo a prendere la parola, dopo l'illustrazione iniziale, è stato il capogruppo di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale Luca Lombardi. “Nessuno della precedente Amministrazione ha mai firmato un atto – ha voluto precisare – Personalmente io, da commerciante, sarei perplesso nell'investire 1 milione e 700 mila euro in più per 281 metri quadrati, ma ognuno fa le proprie valutazioni economiche. Io sono chiamato a dare un parere non tecnico ma politico, su cosa guadagna o perde la collettività. Sicuramente, partendo da un zona dove non c'è nulla, ci sarà un aumento occupazionale, ma ricordiamoci che in realtà simili a quella che dovrebbe sorgere si applicano contratti difficilmente a tempo indeterminato. Si parla poi di un calo per i negozi del centro cittadino nei primi due anni meno forte ma poi fino al 20%, in un momento già di crisi economica come questo. Questo potrebbe significare una perdita di posti di lavoro, di persone tra l'altro con un'età che gli creerebbe problemi a reinserirsi sul mercato occupazionale. Pensateci bene, in altre zone dove sono nate realtà simili a questa sono stati addirittura rivisti in basso gli studi di settore, vuol dire che tutto questo benessere dove sorgono centri commerciali non c'è”.
“Questa scelta darà un duro colpo alle attività commerciali della città di Sanremo – ha detto il capogruppo di Forza Italia Franco Solerio - Nelle tante Amministrazioni del dopoguerra ce ne sono due o tre rimaste famose per scelte estremamente deleterie, per esempio il porto turistico che ha distrutto le spiagge di Sanremo. Credo che questa delibera, se adottata, verrà ricordata come quella che ha distrutto il tessuto commerciale della città”.
“Nessuno della precedente Amministrazione ha mai votato alcuna pratica relativa a The Mall – è intervenuto Gianni Berrino di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale – anzi io non ne ero neanche a conoscenza. La fretta nel portare la pratica in consiglio è dettata dalla volontà di non farla travolgere dal nuovo Piano Urbanistico. Mi chiedo quale interesse pubblico l'Amministrazione abbia quindi riscontrato in questo progetto.
“Voglio precisare che noi stiamo valutando solo se questa struttura debba nascere con la grandezza originale o con 281 metri quadrati in più – è intervenuto il sindaco Alberto Biancheri – Non se debba sorgere o no. I tempi dei passaggi burocratici risalgono ad alcuni anni fa. Io pochi mesi dopo essere stato eletto sono venuto a sapere che questo progetto aveva avuto parere favorevole degli uffici. Quindi sono atti della precedente Amministrazione, sia pur degli uffici. Se questi non hanno trasmesso gli atti all'ex giunta o all'ex consiglio ne prendo atto. Abbiamo quindi affrontato la questione incontrandoci anche con le associazioni di categoria. Abbiamo valutato soluzioni per andare incontro ai commercianti del centro, come quello di promuoverne i negozi all'interno dell'Outlet”.
Dopo il primo cittadino ha perso la parola il consigliere del Partito Democratico Giorgio Trucco “I dati sull'impatto sul commercio cittadino che ci sono stati presentati in un recente incontro erano, non incolumi, ma sicuramente neanche devastanti come ci si poteva aspettare – ha detto – L'Outlet potrà vendere prodotti quantomeno della precedente stagione commerciale. Bisognerà lavorare affinché il commercio del centro urbano abbia un'attrattiva migliore del centro commerciale”.
E' stata quindi la volta del Movimento a 5 Stelle, con il capogruppo Paola Arrigoni “Intanto abbiamo ormai capito che questa Amministrazione prima fa gli articoli sui media e poi si riunisce le commissioni – ha detto – Noi siamo sempre stati contrari a questo progetto e per questo, coerentemente, voteremo contro. Vista la crisi economica pensare di permettere l'apertura di un Outlet con un impatto devastante per il territorio è un'idea assurda. L'Outlet non porterebbe nessun beneficio ma solo un danno. Sanremo ha già troppe serrande abbassate. Noi chiediamo di fermare questa pratica, che ha avuto una forte accelerazione che non comprendiamo. Della partita fa parte anche il padre di Renzi. Questa Amministrazione è di centrosinistra, sarà un caso ? Per rilanciare Sanremo la soluzione non è un nuovo centro commerciale, ovvero di un triste colosso di calcestruzzo”.
“Se le categorie del commercio oggi sono contrarie, vuol dire che tutto questo beneficio non c'è – ha detto il consigliere d'opposizione Antonio Fera – Se inizialmente potevo essere favorevole, oggi mi sto ricredendo, anche per come la pratica è stata gestita. I milioni di euro che saranno incassati non credo proprio che verranno spesi in città. Chiedo quindi che questa pratica possa essere di nuovo discussa con le categorie, trovando accordi che portino beneficio a tutta la città”.
“Le nostre perplessità non sono di natura tecnica – ha puntualizzato Francesca Antonelli di Sanremo Attiva – Non si è sicuri se questa operazione porterà ad uno sviluppo occupazionale. La nostra idea di sviluppo commerciale va insieme alla tutela e alla valorizzazione del territorio. Sostenibilità sociale delle attività commerciali, vuol dire che bisogna valorizzare la piccola e media dimensione, che è quella che porta occupazione stabile. Il progetto attuale invece è esattamente l'opposto”.
“Non c'è stata alcuna accelerazione – ha detto Giuseppe Di Meco di Sanremo al Centro – in quanto è il regolamento che impone i tempi che sono stati seguiti. Anzi il sindaco l'ha frenata per permettere una serie di confronti, con la proprietà e con le categorie, per approfondire la pratica. Il documento che era stato proposto parlava del made in Italy e dello sviluppo dell'Outlet insieme al centro cittadino. Io mi preoccuperei più delle vendite on line che dell'Outlet, che comunque porta gente”.
"Il nostro compito è quello di perseguire il bene comune, pensando a tutta la collettività, non possiamo quindi ragionare settorialmente - ha detto il capogruppo del Partito Democratico Mario Robaldo - Ci sono molte categorie economiche del territorio che, con un rilancio ed uno sviluppo turistico, potranno avere benefici. Pensiamo solo alla ricaduta che potrà esserci se solo una percentuale delle persone che si stima possano recarsi all’Outlet, andranno in centro e se una percentuale di queste entrerà anche al casinò. Non dobbiamo aver paura del nuovo – ha aggiunto – Ricordo le polemiche iniziali per via Matteotti, quando oggi tutti ne riconoscono il valore, così come quando era stata chiusa via Feraldi. Per quel che riguarda le allusioni fatte, preciso che io non conosco il padre di Renzi e che quando era venuto non si era neanche presentato”.
“Sembra che questa sera si stia discutendo sull'apertura o meno di un Outlet ma non è assolutamente così - è intervenuto Francesco Prevosto di Sanremo Insieme Ecologia e Libertà – Questa è un'iniziativa privata che è già partita, in base a concessioni di Legge ottenute qualche anno fa, e che andrà avanti lo stesso. Stiamo solo decidendo se questa cosa debba avere 281 metri quadrati in più, pari ad un negozio, che probabilmente verrà a noi come punto di promozione turistica e commerciale della città”.
Alla fine la pratica è stata votata con i voti favorevoli di tutta la maggioranza, mentre l'opposizione ha espresso un parere contrario.














