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Eventi | 26 novembre 2025, 08:02

Ventimiglia, negato il teatro allo spettacolo 'I dialoghi della Vagina': “Un evidente atto di oscurantismo culturale”

Niente patrocinio e, soprattutto, divieto di affittare il teatro, esplicitamente “su indicazione del Sindaco on. Flavio Di Muro”

In corrispondenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fa rumore un caso che molti definiscono un esempio lampante di arretratezza culturale e censura indiretta. Protagonista della vicenda è Virginia Risso, attrice, autrice e regista tra le voci più vivaci del teatro contemporaneo italiano e fondatrice del collettivo Teatro al Femminile, realtà riconosciuta a livello nazionale per il suo impegno nella promozione di una cultura equa, inclusiva e attenta alle tematiche di genere.

Tra le produzioni di punta del gruppo c’è I dialoghi della Vagina, spettacolo che richiama solo nominalmente l’opera di Eve Ensler ma propone un percorso narrativo originale, ironico e profondo. Da quattro anni la pièce attraversa l’Italia facendo registrare sale piene e un pubblico entusiasta, capace di ridere e riflettere sui temi della corporeità, dell’identità e della libertà femminile.

La richiesta di affitto e lo stop del Comune

“All’inizio di settembre ho chiesto l’affitto del Teatro Comunale di Ventimiglia per una replica a dicembre” racconta Risso. I funzionari dell’amministrazione hanno proposto di anticipare la data al 29 novembre, così da inserire lo spettacolo nel calendario delle iniziative collegate al 25 novembre. La compagnia accetta, presenta regolare richiesta di patrocinio e comunica fin da subito che lo spettacolo sarebbe andato in scena comunque, anche in caso di diniego, attraverso il semplice affitto della struttura. Da quel momento, però, partono settimane di silenzi e risposte vaghe. Finché una email ufficiale del Comune non comunica la doppia negazione: niente patrocinio e, soprattutto, divieto di affittare il teatro, esplicitamente “su indicazione del Sindaco on. Flavio Di Muro”. Una formula che, nelle intenzioni di chi la legge, sembra fatta apposta per fugare dubbi sulla responsabilità politica della decisione.

Risso: “Ostruzionismo basato su pregiudizi ridicoli”

“Da settimane chiedo un colloquio con il sindaco per capirne le motivazioni, ma nessuno risponde - prosegue Risso - e mi fa rabbia incontrare un ostruzionismo che può nascere solo da pregiudizi ridicoli. La parità di genere deve essere patrimonio di tutte e tutti, apartitica, un traguardo di civiltà.” Il caso solleva interrogativi su una gestione poco trasparente degli spazi pubblici e, soprattutto, sulla persistenza di tabù linguistici e culturali che ostacolano la diffusione di una reale cultura del rispetto. Parole che suonano ancor più stonate se si pensa al recente monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che proprio ieri ha ricordato come “la parità significhi, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto”.

In un momento storico in cui la società si interroga su violenza di genere, discriminazioni e stereotipi, la scelta dell’amministrazione comunale di Ventimiglia appare in contraddizione con le finalità stesse delle istituzioni pubbliche: favorire il dibattito, sostenere le iniziative culturali e non ostacolare chi lavora per una società più consapevole e inclusiva. "L’impressione è che, dietro la decisione, si annidi un timore infantile verso parole e temi legati alla sessualità, ancora considerati sconvenienti da una parte della classe dirigente. Un atteggiamento che, per molte e molti, tradisce proprio quella mancanza di educazione al rispetto evocata dal Capo dello Stato".

Carlo Alessi

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