Una consulente fiscale attiva da anni nel tessuto commerciale di Sanremo (E.P.) è finita al centro di una complessa indagine per ipotesi di truffa, esercizio abusivo della professione, accesso illecito a sistemi informatici e sostituzione di persona. Secondo quanto riportato oggi dal Secolo XIX, la donna – una 50enne originaria di Torino e residente nella Città dei Fiori da diverso tempo – avrebbe gestito per conto di bar e ristoranti locali gli adempimenti fiscali, omettendo però di versare le imposte dovute all’Agenzia delle Entrate.
La redazione di Sanremonews ha contattato alcuni esercenti interessati: nessuno di loro, al momento, ha potuto rilasciare dichiarazioni, in attesa di sviluppi formali e legali. Secondo la ricostruzione, la professionista avrebbe rassicurato i clienti sulla corretta gestione delle pratiche, mentre gli avvisi fiscali continuavano ad accumularsi negli archivi dell’Agenzia delle Entrate. In alcuni casi – emergerebbe dalle prime verifiche – avrebbe anche compilato buste paga o richieste pensionistiche per i dipendenti delle attività coinvolte, pur non essendo abilitata all’esercizio della professione di consulente del lavoro. Dopo anni di anomalie e segnalazioni, alcuni titolari avrebbero infine scoperto irregolarità nei versamenti, presentando denuncia e facendo scattare la macchina investigativa.
La rete di conoscenze, clienti e servizi offerti dalla consulente si sarebbe ampliata negli anni grazie al passaparola, fino a raggiungere un numero non ancora definito di esercizi: bar, ristoranti e piccole attività commerciali. Le indagini – coordinate dalla Procura distrettuale di Genova per competenza sui reati informatici – mirano ora a quantificare con precisione la portata del danno economico e il numero dei professionisti raggirati, che potrebbe essere ben superiore alle prime stime. Tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe anche una gestione dei pagamenti attraverso società collegate o riconducibili alla 50enne, con flussi economici difficili da tracciare. Restano inoltre in corso accertamenti su eventuali altre irregolarità: licenze mancanti, contributi previdenziali non versati e possibili richieste presentate agli enti competenti senza titolo.
“Le mie Clienti non hanno mai ricevuto alcuna comunicazione dalla Procura della Repubblica riguardante eventuali indagini nei loro confronti ed apprendono la circostanza dal Vostro giornale che, diffondendo la notizia, potrebbe aver compromesso eventuali indagini in corso”. E’ questa la puntualizzazione rilasciata dall’avvocato Marco Di Domenico, che segue le due persone che sono implicate nella vicenda (A.P. di 50 anni, originaria di Torino ma da tempo residente a Sanremo e S.M., 62enne amministratore unico della società che offre servizi di consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale e servizi fiscali per pensioni ed Inps). “Le due mie clienti ritengono pertanto che i processi si debbano svolgere nelle sedi giudiziarie con le garanzie di legge e non sui giornali senza alcuna possibilità conoscere gli atti e di fronte ad una versione dei fatti ‘a senso unico’. In ogni caso l’attività della società implicata è di coordinamento e di consulenza, nonché di elaborazione dati contabili, per ciò intendendosi ‘lo sviluppo del calcolo e la stampa dei dati retributivi; le relative attività strumentali, funzionali al calcolo e alla stampa, come la raccolta, la lettura e la trasposizione materiale dei dati riportati nei libri paga, nonché l’aggiornamento dei programmi informatici utilizzati; le correlate attività accessorie, di natura successiva e secondaria, quali la consegna del cedolino paga, della documentazione inerente agli adempimenti ricorrenti e periodici, e l’archiviazione dei dati raccolti’. Per ogni altra attività non consentita, la stessa società indirizza i propri clienti verso professionisti a ciò abilitati”.
“La società non mai ha ricevuto danari - termina il legale - per i pagamenti delle tasse, imposte, contributi od altro, ma si limitava a fornire ai Clienti la modulistica F24 per far effettuare direttamente a loro i pagamenti, ovvero per le compensazioni con eventuali crediti di imposta. Gli unici pagamenti ricevuti sono quelli delle prestazioni professionali fornite, seguiti da apposite fatture. Nessuno si è mai fregiato della qualifica di “commercialista”.
Nelle prossime settimane sono attesi ulteriori sviluppi, sia sul fronte giudiziario sia su quello economico, con i commercianti che temono ora di dover fronteggiare sanzioni e recuperi fiscali, oltre alla necessità di riorganizzare completamente la propria gestione amministrativa; mentre l’indagata avrà modo di far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune.














