Oggi la Redazione Giornalistica LCM del Liceo Cassini, durante la presentazione del libro “La regola del Silenzio”, tenutasi al Teatro Ariston di Sanremo, ha assistito all’intervento dell’autore Oscar Farinetti, seguito poi da un’intervista allo stesso, condotta da due ragazze della Redazione. Queste le riflessioni emerse dall’incontro, a cui hanno partecipato Walter Vacchino, proprietario del Teatro, Alessandro Mager, sindaco di Sanremo, Mara Ferrero, dirigente scolastica del Liceo G.D. Cassini e Giulio Gavino, giornalista di “La Stampa”.
Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ci guida tra lettura, tempo, innovazione e società. Il suo messaggio è chiaro: i giovani hanno il compito più difficile, ma anche il più bello, quello di costruire il futuro. Il tempo è il vero lusso. Non si misura solo in ore, ma in silenzio, attesa e sentimenti, come ci insegna il suo libro “La Regola del Silenzio”. Ugo Giramondi, protagonista del libro di Farinetti, ha un orologio fermo alle 7.45: non lo cambia mai, perché il tempo va domato, non controllato. Ascoltare, riflettere, dedicare tempo alle cose importanti è il segreto per vivere meglio. Leggere è fondamentale. Non basta aprire un libro qualsiasi: bisogna resistere alle prime difficoltà e immergersi nelle storie di Sant’Agostino, Proust, Seneca o Primo Levi, autori che lui stesso consiglia al termine del suo libro, perché facenti parte della biblioteca personale del suo protagonista. L’imprenditore sottolinea molte volte durante il suo intervento che leggere significa coltivare mente e cuore, togliendo tempo agli schermi e alle distrazioni.
Le invenzioni hanno sempre richiesto tempo per essere padroneggiate: dal fuoco all’automobile, dalla scrittura al computer. Oggi tocca a noi addomesticare il mondo digitale. Wikipedia, software e intelligenza artificiale sono strumenti potentissimi, ma vanno usati con saggezza e responsabilità. La storia umana mostra tre modelli sociali principali: la società della guerra, la società del mistero e la società dei consumi. Quest’ultima è quella in cui viviamo, basata su lavoro, produzione e consumo. Il rischio è il consumismo, cioè il meccanismo che crea il desiderio e la necessità di comprare per il solo piacere di consumare, senza alcun bisogno profondo e che trasforma l'homo sapiens in homo consumens, come ha scritto Bauman in “Modernità liquida”. La cultura e la capacità critica sono gli unici antidoti di cui la civiltà dispone per sottrarsi al giogo della dipendenza da shopping, in una realtà dominata da una economia sempre più aggressiva. Gli squilibri attuali, come la ricchezza dei banchieri rispetto agli artigiani, evidenziano senza possibilità di storture del sistema che, come un Leviatano, ci soffoca.
In tale contesto, anche il giornalismo è cambiato: si sono moltiplicate le fonti di informazione e diversificate le strategie comunicative ed oggi più che mai chi racconta i fatti contribuisce a creare “opinione pubblica", con responsabilità enormi. Farinetti ricorda come spesso l’Italia abbia dimostrato di reagire solo toccando il fondo, come per lo scandalo del metanolo del 1986. La speranza è imparare a cambiare prima di sprofondare soprattutto con l’utilizzo attraente ma insidioso del digitale, ma ottimismo e fiducia sono indispensabili, perché non basta osservare la realtà: bisogna agire. La creatività nasce dalla condivisione, dal lavoro in gruppo, dallo studio insieme e dall’esperienza condivisa: musei, libri e progetti collettivi aiutano a costruire qualcosa di grande. In conclusione, Farinetti invita i giovani a domare il futuro, usare bene le conoscenze e le invenzioni, leggere, essere curiosi e collaborativi. Solo così si diventa persone più vere, intelligenti e felici, pronte a raccogliere i frutti delle sfide di oggi.
Maria Boeri, Francesca Pelini ed Adele Ricolfi


















