“E’ una persona che non ho avuto modo di conoscere più di tanto ma ho avuto la gioia, lo scorso anno, in una visita ai diversi dicasteri, di vivere anche quello dei Vescovi presieduto proprio dal Cardinale Prevost. L’ho salutato personalmente ed ho condiviso con lui un’ora e mezza del suo tempo. Mi ha lasciato l’impressione di una persona semplice, di poche parole ma sempre sul pezzo”. Sono le parole del Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Mons. Antonio Suetta, pochi minuti dopo l’elezione di Papa Leone XIV, avvenuta nel pomeriggio di oggi.
Il Vescovo della nostra Diocesi ha sottolineato l’importanza del nome scelto dal nuovo Pontefice: “La cosa che maggiormente mi ha impressionato positivamente è la scelta del nome. Non conosco ovviamente la ragione ma mi fa venire in mente due grandi Papi: il primo Leone Magno che ha retto la Chiesa al tempo delle invasioni barbariche e fermò Attila. San Leone ha lasciato tanti discorsi di grande dottrina e si colloca alle radici della nostra civiltà, che nasce da una fusione tra romanesimo, germanesimo e il cristianesimo. Quest’ultimo, evangelizzando entrambi, ha permesso una fusione che ha dato risultati straordinari di civiltà. Ma ricordo anche Leone XIII che è stato il Papa della dottrina sociale, la prima Enciclica sociale della Chiesa”.
Importante, anche nel momento storico che viviamo, l’inizio del discorso di Papa Leone, ovvero ‘La pace sia con voi’: “E’ molto significativo perché è il saluto di Gesù risorto. Secondo me questa scelta indica molto, per la pace come la intendiamo noi tra dialogo, giustizia e solidarietà. Ha insistito molto sulla missionarietà, per portare la luce del Vangelo nel Mondo, affinchè si possa camminare nella pace. Indubbiamente una frase importante anche per il momento storico che viviamo adesso. Condivido con tutto cuore il cenno significativo verso la speranza: non dobbiamo aver paura perché è fondata sulla presenza di Cristo, che guida la Chiesa e lui stesso ha detto siamo ‘nelle mani di Dio’.”
Secondo lei Papa Leone XIV lavorerà ne solco di Papa Francesco, continuando quanto da lui fatto? “C’è una continuità nell’alveo della tradizione della Chiesa. Ogni Papa esprime il suo servizio, secondo la propria storia, il carattere e le origini. Quali siano le sue sensibilità lo vedremo mano a mano. Papa Francesco aveva una spiccata sensibilità sui poveri. Ci dobbiamo aspettare una continuità nella sostanza ma anche differenze nello stile e nelle priorità”.
I nostri ricordi partono dall’elezione di Papa Luciani ma, sicuramente, quella del nuovo Pontefice è la prima straordinariamente mediatica e ‘social’: “Ritengo che i media, da quelli più antichi a quelli moderni, non hanno il dono dell’oggettività e della obiettività visto che vengono veicolati da chi lavora all’interno. I social sono molto più liberi ma anche scatenati e talvolta più pericolosi. Tutti hanno diritto di parola e spesso vivono nell’anonimato. Producono un livellamento che è sbagliato e rischia di mettere in giro una molteplicità di informazioni che non ha una prospettiva giusta. Questo è un limite e questo ha pesato e pesa sempre nelle questioni che riguardano la Chiesa. Ma c’è anche un aspetto positivo perchè, in questi giorni ho notato come, in tutto il mondo per giorni e giorni, i media ed i social hanno dato uno spazio enorme alle tematiche religiose. Talvolta erano di discorsi mondani ma hanno anche veicolato contenuti importanti per la chiesa. Il rapporto è delicato ma la Chiesa lo deve abitare valorizzare. Come diceva Papa Francesco bisogna viverlo nel senso della responsabilità”.














