Lo spettro del motociclismo, praticato da decenni nel nostro entroterra, o meglio nei boschi delle nostre montagne, oggi si fa sempre più vivo. I praticanti di questo sport, nel corso degli anni, hanno avuto un crescendo di numeri sempre più virtuoso; purtroppo mera conseguenza é un maggior afflusso di motociclisti nei sentieri di collina, creando un malcontento un po’ generalizzato e non sempre giustificato.
Lo sport motoristico è da sempre vietato nel nostro entroterra ed in parte reputo sia giusto, ma oggi, a parer mio, il motociclista sta assumendo per l’opinione pubblica, a causa di fantomatici leoni da tastiera a loro volta fomentati da amministratori locali e giornalisti poco attenti, un’ identità non più di trasgressori, ma di delinquenti, di terroristi, di usurpatori della peggior specie, con il rischio che davvero qualcuno si faccia male. Sono sempre più frequenti episodi di persone atte a sbarrare con la forza il passaggio delle moto o addirittura a tirar pietre e bastoni ai danni dei piloti.
Bisognerebbe che i nostri primi cittadini, le nostre testate giornalistiche, i nostri social media si impegnino, non a giustificare chi pratica questo sport trasgredendo la legge, ma facciano di tutto per placare i toni, sempre più alti, che si stanno sollevando e che provino a conoscere per davvero ed in prima persona, le necessità di chi pratica questo sport.
Una convivenza « pacifica », tra enduristi e cittadini é possibile, basta provare a regolamentare le varie discipline, non penso sia una cosa impossibile, ma bisogna che qualcuno alla guida dei nostri comuni, ci metta per davvero la volontà e come si suol dire la faccia.
Lo sport é bello, la natura lo è ancora di più, permettiamo anche a loro di viverla nel modo che più gli si addice e magari, perché no, senza dar disturbo a nessuno.
Massimo














