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Politica | 20 luglio 2022, 18:24

Assemblea di Rivieracqua e summit in provincia: Liguria Popolare attacca la società e il Presidente Scajola

"L’assemblea di oggi di Rivieracqua si è risolta con un nulla di fatto e prima di convocare vertici e summit per proporre invasi e vasche per cercare di recuperare in zona Cesarini il recuperabile, il Presidente della Provincia facesse una sincera analisi delle cause del disastro idrico attuale"

Assemblea di Rivieracqua e summit in provincia: Liguria Popolare attacca la società e il Presidente Scajola

“L’assemblea di oggi di Rivieracqua si è risolta con un nulla di fatto per la nomina del Cda e per il cambio dello statuto, mancando sia il numero legale che la previa deliberazione de consigli comunali”.

Interviene in questo modo il capogruppo di Liguria Popolare, Andrea Artioli, dopo l’assemblea di oggi di Rivieracqua e anche dopo il summit tra Regione e Provincia di Imperia. “Abbiamo visto interviste dai toni trionfalistici – prosegue Artioli - in cui il Presidente Mangiante ha rappresentato come la società, che ha dichiarato di aver ricevuto in consegna con oltre 6 milioni di passivo,  sia oggi in utile di 1.900.000 euro. Stupisce quindi che, dopo aver magnificato la gestione in utile, da parte dello stesso managment si ribadisca a proprio dire la necessità, con la scusa di dover ripagare i debiti pregressi peraltro dovuti in massima parte agli stessi comuni soci, di fare entrare un socio privato in Rivieracqua, vera gallina dalle uova d’oro poiché società che opera in regime di monopolio con ricarico in bolletta degli investimenti”.

“Appare così evidente come l’operazione di privatizzazione si sostanzi solo in un grosso regalo al privato di turno, che di certo non regala nulla e al quale anzi  occorrerà restituire il tutto con gli interessi, alla faccia del risultato referendario che aveva sancito come il servizio di fornitura dell’acqua dovesse rimanere in mano al soggetto pubblico. Occorre ribadire come il privato non abbia dato prova sul territorio di capacità e efficienza nell’erogazione del servizio, come dimostrato dalle recenti ripetute rotture dell’acquedotto di Imperia che hanno lasciato a secco intere frazioni, che sono addebitabili esclusivamente alle mancate manutenzioni allorchè la rete imperiese era gestita da AMAT, sotto la guida del Presidente Temesio, fortemente voluto e sponsorizzato da Claudio Scajola, di cui il privato IREN era socio al 48%”.

“Sarebbe il caso quindi – termina Liguria Popolare - che prima di convocare vertici e summit per proporre invasi e vasche per cercare di recuperare in zona Cesarini il recuperabile, il Presidente della Provincia facesse una sincera analisi delle cause del disastro idrico attuale a facesse la conseguente autocritica, per poi ragionare sui possibili rimedi per mettere in sicurezza il patrimonio pubblico, anziché sostenere e promuovere nuovamente  politiche di vendita del patrimonio pubblico, che puntualmente nella storia italiana si sono rivelate a posteriori come delle svendite vere e proprie, a favore di questo o quel privato”.

Redazione

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