"Ad Eremita e agli amici e ai nemici dell’enduro: sono stato la settimana scorsa, con la mia moto da enduro a girare nel nostro entroterra: Monte Ceppo, Molini, Garezzo, Monega, Bosco di Rezzo, Guardiabella, Pizzo D’Evigno. Ho seguito i sentieri segnati e alcune mulattiere scavate nella roccia dall'acqua. Non ho incontrato anima viva. Arrivato in cima alle varie montagne ho goduto la vista di panorami stupendi, boschi meravigliosi ed enormi pratoni.
A tutte queste zone d'estate TUTTI GLI ANNI viene dato fuoco. I motivi più comunemente addotti da giornali, autorità, conoscitori e abitanti della montagna sono: i bivacchi selvaggi con fuochi ovunque di cui si vedono tracce dappertutto, qualcuno che ha interessi nello spegnimento degli incendi montani, chi pascola animali ecc.. Toh... strano! Non vedo gli enduristi... Vabbè… E dalle cime su cui mi sono fermato per ammirare il paesaggio ho raccolto e portato a valle un sacchetto pieno di piatti e bicchieri di plastica, certo non portati lì dagli enduristi.
Tutto lì. Una banale esperienza di qualche giorno fa, sulla montagna dove vado da 50 anni senza strappare un filo d'erba solo su sentieri sterrati, senza lasciare nemmeno il fazzoletto di carta ecologica con cui mi sono soffiato il naso, senza strappare fiori e piantine, come ho visto fare da escursionisti agghindati di tutto punto, con scarponcini all'ultima moda, zaino, calzettoni verdi e regolare Toyota parcheggiato sull'erba a inizio sentiero sul cui finestrino spiccava lo stemma blu con l’aquila del Cai. Vabbè... magari l'auto era di seconda mano e l'adesivo c’era già...
Saluto Eremita e i nemici dell’enduro invitando tutti ad aprire gli occhi; per bene, però... Cerchiamo solo di non vedere la pagliuzza nell'occhio del motociclista e non vedere la trave nel vostro.














