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Eventi | 30 luglio 2020, 15:43

Verso Rock in the Casbah 2020, parla Simone 'Radiomandrake' Parisi: “Too old to rock’n’roll too young to die”

“Non era possibile pensare ad una estate senza gli sguardi, senza Rock In The Casbah, Bravo Jazz, senza gli amici, i vecchi amici”

Simone 'Radiomandrake' Parisi

Simone 'Radiomandrake' Parisi

Si avvicina l'edizione 2020 di Rock in the Casbah, puntata eccezionale del festival live più longevo del Ponente. La 'Casbah' abbandona la sua tradizionale location di San Costanzo, nel cuore della città vecchia, per spostarsi nel polmone verde di Villa Ormond. Filo conduttore: la storia della Città della Musica.

Come da tradizione le ultime ore che anticipano il debutto sono condite dalle parole di Simone 'Radiomandrake' Parisi, storico speaker e dj della Casbah.
Abbiamo sempre raccontato di un luogo che non é un luogo, di un tempo che stenta a trovare il suo scandire e si appoggia ed indugia nelle sere d’estate. Abbiamo sempre detto di una bella donna che mette il miglior Tailleur e sfoggia la sua bellezza folgorante, abbiamo sempre detto che in quel luogo siamo nati ed in quel luogo intenderemo terminare. 
Spesso, e capita sempre ai bambini, le cose paiono enormi, perché rapportate al proprio mondo talvolta minuscolo, se un bimbo abituato a giocare in un ruscello che gli pare il Danubio va a cercare lo stesso rigolo su di una mappa stenterà a trovarlo, eppure a lui sembra grande, sembra l’unico. Unica per noi e per tutta l’umanità dei nostri 20 anni fu San Costanzo, un atto d’amore ricambiato dai migliori momenti estivi. Ecco che cercare Sanco sulla mappa diventa lo stesso esercizio del bimbo che stenta a trovare il suo ruscello, ed ecco che tutto pare più semplice cercando Sanremo. D’altronde l’abbiamo sempre voluto nel logo, la pagina Social si è sempre chiamata Rock In The Casbah-Sanremo, e pazienza se non penseremo per un anno a quell’osso dissotterrato aggrappato ad una collina a ridosso del mare ma ci siederemo distanziati davanti ad una delle mirabili ville odorando un parco unico a pochi passi dal mare.
Le contingenze ci hanno portato qui. E la sensibilità di un Comune che ha deciso lo stesso di firmare una programmazione estiva nonostante i protocolli serrati e le disposizioni obbligatorie. E la nostra storia voleva schiodarsi dal numero 20. 
Si è fatto un gran parlare durante il faticoso periodo del Lockdown di unione e ripartenza, abbiamo mostrato il nostro ego a più riprese tra esplosioni di watt sui balconi e lievitazioni e panificazioni. Ci siamo sentiti tutti vicini e tutti uniti, ci siamo sentiti artisti perché questo ci aiutava a riempire il nostro tempo. Ma gli artisti davvero erano spesso fermi, inchiodati nell’indeterminatezza di un futuro che sembrava tendere al grigio più scuro. Così tutti quelli che intorno ad essi gravitano. 
Ed allora raccontiamo del perché crediamo sia sacrosanto ripartire, anche se la nostra anima non sarà beatamente cullata nel luogo del nostro cuore. E diciamo di quanto sia stato importante che l’amministrazione di una città come Sanremo abbia scelto di ripartire. E diciamo che la cultura serve davvero, e nei momenti difficili serve proprio come il pane serve al sugo: la cultura è la scarpetta del fine pasto, ove non si tralascia nulla della pietanza e ci si sazia.
Ecco perché esserci al ventunesimo anno di Rock In The Casbah ed al settimo di Bravo Jazz significa così tanto. Perché abbiamo bisogno di essere pubblico e di spegnere la radio dei nostri balconi, perché abbiamo bisogno del bello: il grimaldello per il sorriso, e perché farà caldo, e Villa Ormond è fresca. Poi perché Beatrice Antolini è un’artista sublime, la prima headliner donna in 20 anni di vita. Fabio Giachino uno dei compositori e pianisti più illuminati del decennio e perché c’è la possibilità di godere del Gran ballo Incanto sotto al Mare di Ritorno al Futuro memoria con Miki and the Red Rockets Feat. Filippo Cuomo Ulloa.
E poi perché l’umanità straordinaria delle notti di Casbah è bene che contagi ogni angolo cittadino, che sia spiaggia, rudere, villa o che sia piazza o semplicemente via.
E poi perché non era possibile pensare ad una estate senza gli sguardi, senza Rock In The Casbah, Bravo Jazz, senza gli amici, i vecchi amici. Il rock’n’roll. Too old to Rock’n’roll too young to die.

Pietro Zampedroni

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