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Eventi | 30 ottobre 2019, 07:14

L’Accademia della Crusca boccia il Festival di Sanremo e lo definisce la “tomba della lingua italiana”

Per i depositari della lingua italiana dal palco dell’Ariston si canta una “lingua-domopak fabbricata al metro per canzoni-spettacolo di modeste ambizioni”

L’Accademia della Crusca boccia il Festival di Sanremo e lo definisce la “tomba della lingua italiana”

Il legame tra canzone e lingua parlata è inscindibile da sempre e, a modo proprio, anche la musica segue l’evolversi del parlare comune. Ovviamente il Festival di Sanremo non può essere immune al cambiare dei tempi, ma questa volta arriva una bocciatura illustre, quella dell’Accademia della Crusca, depositaria della lingua italiana, delle sue regole e tradizioni.

Il giudizio non lascia spazio a molte interpretazioni: “Il Festival di Sanremo è la tomba della lingua italiana, costruito intorno a una lingua-domopak fabbricata al metro per canzoni-spettacolo di modeste ambizioni”. Una critica che, però, risparmia i grandi nomi del cantautorato italiano, da Franco Battiato e Francesco De Gregori, da Angelo Branduardi a Fabrizio De André.

All’Accademia della Crusca, quindi, non piace il linguaggio spesso stereotipato delle canzoni festivaliere che, salvo alcune eccezioni, si concentrano per tradizione sui soliti argomenti nazional-popolari. Ma, in fondo, forse si tratta del solito e consueto dualismo tra canzone d’autore e canzone ‘pop’, tra argomenti più alti e altri più aperti al grande pubblico.

Pietro Zampedroni

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