È giunto al termine per gli 89 alunni del liceo Aprosio il loro Viaggio della Memoria. Questa mattina i ragazzi hanno provato l'esperienza unica e difficilmente descrivibile di visitare un vero campo di concentramento, quello di Dachau, il primo costruito nel 1933 e che fece da modello, terribile ed abominevole, per gli altri campi costruiti in seguito. Il Viaggio ha raggiunto oggi il suo apice, il punto di maggior valore storico e profondità morale in cui i ragazzi si sono ritrovati faccia a faccia con la devastante esperienza della Shoah, quella "pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria", come scrive lo scrittore, partigiano e chimico torinese, internato ad Auschwitz, Primo Levi; un'esperienza che ha necessariamente toccato nel profondo dell'anima ognuno dei partecipanti, che oggi hanno visto coi propri occhi uno dei luoghi che erano, negli anni '30 e '40 del secolo scorso, sede della demolizione e l'annichilimento dell'uomo, dove colui che prima di entrare aveva un nome, una famiglia, una fotografia di una persona cara viene privato di ogni cosa e si trova a possedere null'altro che un numero d'identificazione. Anche solo il percorso di entrata al campo, che oggi per gli alunni è stato il medesimo degli internati, mette in luce l'intenzione delle menti naziste di annientare l'umanità del singolo uomo: la prima immagine è quella della cancellata su cui campeggia beffarda la famigerata frase, comune ad altri campi, "ARBEIT MACHT FREI" ("il lavoro rende liberi") che innestava un'ultima speranza nelle menti dei nuovi arrivati che preste ne riconosceranno la falsità, di qui si giunge alla Appellplatz, la grandissima piazza dove si svolgevano quotidianamente gli estenuanti appelli, la cui grandezza annulla anche a livello visivo la figura dell'uomo, della persona.
Dopo questa importante esperienza è ormai chiara ai ragazzi l'importanza della Memoria, del ricordo di ciò che è stato prima di noi per carpirne insegnamenti fondamentali per il nostro futuro e per vivere in maniera più consapevole. Ora i ragazzi stanno tornando a casa colmati da un'esperienza di vita di cui hanno riconosciuto il valore e per la quale sono grati. La tradizione aprosiana del Viaggio della Memoria continuerà l'anno prossimo all'insegna della formazione delle coscienze delle nuove generazioni e del ricordo di ciò che non va dimenticato.