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Attualità | 10 febbraio 2018, 16:07

Embraco, i lavoratori fanno sentire la loro voce anche a #Sanremo2018: "Chiediamo ai conduttori di accoglierci sul palco dell'Ariston" (FOTO e VIDEO)

Dopo il Papa, i dipendenti dell'azienda di Riva di Chieri arrivano al Festival della Canzone. Ma non c'è il permesso a parlare durante la serata finale

Embraco, i lavoratori fanno sentire la loro voce anche a #Sanremo2018: "Chiediamo ai conduttori di accoglierci sul palco dell'Ariston" (FOTO e VIDEO)

Ore 18.28
I sindacati hanno comunicato con una nota che "Il festival non ha acconsentito a far salire i lavoratori sul palco".

Dunque al momento sembra svanire la possibilità che la delegazione di dipendenti della Embraco arrivati a Sanremo per poter portare alla ribalta nazionale il proprio caso che vede a rischio oltre 500 posti di lavori presso lo stabilimento di Riva di Chieri parli in diretta Tv in occasione della finale del Festival.

Ore 16.30
Nel corso del pomeriggio, i lavoratori hanno avuto accesso alla zona in cui lavorano i giornalisti al seguito del Festival di Sanremo.
Ecco il testo che i dipendenti Embraco hanno letto presso la sala stampa:
"Siamo le lavoratrici e i lavoratori della Embraco Whirpool di Riva presso Chieri e produciamo motori per i frigoriferi. A ottobre l'azienda ci ha comunicato che il nostro stabilimento non è più competitivo e che la produzione sarà trasferita in altri stabilimenti all'estero, dove il costo del lavoro è più basso.
Fino a pochi mesi fa, il nostro stabilimento era considerato tra i migliori al mondo per produttività e qualità dei manufatti che produciamo. Alcuni di noi sono andati negli altri stabilimenti del gruppo per insegnare ai colleghi come fare a diventare più produttivi, più bravi, più efficienti. Pochi anni fa siamo stati costretti ad accettare una riduzione del 25 per cento dei nostri stipendi in cambio dell'impegno a mantenere 500 posti di lavoro. Potete immaginare cosa significa diminuire di un quarto i nostri stipendi che in media sono di poco sopra i mille euro al mese. Ma questo per l'azienda non è sufficiente.
Abbiamo scioperato, manifestato e chiesto aiuto. Ci siamo rivolti al Governo, che sta cercando una via d'uscita. Siamo stati ricevuti da Papa Francesco, che ci ha detto di avere fede anche nella lotta e ci ha promesso che pregherà per noi. E intanto continuiamo a lavorare, perché ci sono delle commesse da portare a termine.
Siamo 537 famiglie che tra 40 giorni rischiano di perdere la speranza in un futuro dignitoso, famiglie che si troveranno in difficoltà a pagare la mensa scolastica dei figli, che non sapranno come pagare il mutuo per la casa, che rischiano di perdere la sicurezza di una vita basata sul lavoro onesto.
In questo momento di gioia e allegria che il Festival di Sanremo regala ogni anno a tutta l'Italia e a tutti gli italiani nel mondo, vi chiediamo di starci vicino perché per noi, invece, è un momento molto triste, che ci fa avere paura di un futuro che diventa sempre più incerto".

Ore 14.44

Durerà fino alle 16.30 di oggi il presidio dei lavoratori Embraco in piazza Colombo, a Sanremo, il secondo luogo nevralgico dopo il Teatro Ariston in questa settimana di Festival. 

La delegazione attende di di poter accedere alla sala stampa riservata alle principali testate locali e nazionali per leggere un comunicato a tutti i giornalisti. Ma l'obiettivo è quello di poter presenziare alla finale di stasera lanciando un messaggio alla nazione intera collegata su Rai 1: "Chiediamo ai tre conduttori di farci salire sul palco dell'Ariston, se hanno a cuore il mondo del lavoro". D'altra parte, fin dagli anni Ottanta il Festival è stato il megafono ideale per far arrivare appelli e richieste alla nazione intera.

"Vergogna America. Non vede, non sente, non parla", si legge sugli striscioni. "Tra 40 giorni saremo licenziati", urlano i lavoratori dai megafoni, "invitiamo tutta la piazza a sostenerci".

Una nuova ribalta, dunque, dopo che nei giorni scorsi addirittura Papa Francesco ha ricevuto una delegazione di lavoratori, manifestando loro la sua solidarietà. La data decisiva, però, sarà quella del 15 febbraio, con l'incontro al Mise alla presenza del ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

Manuela Marascio

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