"Nel XVII secolo Genova conosceva le vere ragioni dell'ostilità del ‘re sole’, Luigi XIV nei confronti della Repubblica Ligure. L'ordine di disarmare le ‘galee della libertà’ allestite dalla Superba per combattere la flotta francese corrispondeva alla volontà del re di non accettare una nuova era della navigazione, oltre a contestare il sistema liberale ligure che tollerava le idee anche dei protestanti, mentre i francesi dannavano al remo chiunque predicasse o ascoltasse un sermone protestante. Genova insegnava che si poteva fare a meno di ergastolani incatenati al banco. Inoltre i liguri avevano ripreso i rapporti con gli ottomani in concorrenza con Parigi e conservavano rapporti più che cordiali, secondo la tradizione di Andrea Doria, con la Spagna. I francesi vedevano di malocchio anche l'ospitalità che la Liguria riservava ai dissidenti transalpini e puntavano ad umiliare i liguri in ogni modo. Il mancato saluto del porto genovese alla flotta francese provocò il bombardamento di Sampierdarena e di Sanremo (un bombardamento che è rimasto vivo nella memoria della città matuziana, anche perché Sanremo godeva di una prosperità marittima che ai francesi dava noia).
Le Riviera vennero invase da spie e di provocatori di ogni genere per preparare l'attacco francese, osservando le installazioni militari e raccogliendo informazioni a largo raggio in vista di un'operazione militare in grande stile. il re sole chiese un deposito di sale a Savona, approfittando di una certa componente filo-francese locale, ma Genova rifiutò. Tuttavia nonostante il precipitare degli eventi e l'imprigionamento dell'ambasciatore ligure a Parigi, De Marini, non piegarono Genova e i liguri, e pur in presenza delle umilianti condizioni della resa oltre allo scarso sostegno delle altre potenze europee, alla lunga la Liguria si ritagliò un ruolo neutrale, consolidando il successo del porto franco che tanto fastidio dava alla Francia. L'intraprendenza dell'emigrazione commerciale ligure, del resto (gente di Alassio, Sanremo, Varazze, Albisola, Laigueglia, Ventimiglia e altri centri, stabilitasi nel regno francese, aveva creato reti distributive di molti prodotti, infatti) in Provenza e in Francia dal XIII secolo aveva costituto un grande stimolo allo sviluppo economico e certamente la Francia aveva interesse ad avere un controllo deciso sulla Liguria. Un pò quello che desiderava anche il Piemonte che analogamente era orientato ad espandersi in Liguria, in particolare dall'enclave di Oneglia.
Pierluigi Casalino".
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