Domani alle 14,30, al Palazzetto dello Sport di Cuneo si terranno le assemblee straordinaria ed ordinaria della Banca di Caraglio. Abbiamo incontrato il Presidente in carica, Livio Tomatis, al quale abbiamo rivolto qualche domanda.
Presidente, come valuta questi tre anni di lavoro svolto dal Consiglio di Amministrazione che presiede? “Il Consiglio che ho l’onore di guidare ha lavorato con grande serietà e dedizione ricevendo grande collaborazione dalla struttura, raccogliendo stimoli, proposte ed esigenze provenienti da tutto il territorio, nell’ottica di offrire risposte concrete, oltre che di continuare il rafforzamento della banca, vero motore di sviluppo del tessuto economico locale. Tra i tanti motivi di soddisfazione che vogliamo condividere con tutta la nostra compagine sociale spicca sicuramente l’ottenimento dalla Banca d’Italia dell’autorizzazione all’apertura di una sede distaccata nel cuore della città di Torino. Si tratta indubbiamente di un importante traguardo, fortemente voluto da anni, che porterà così a 28 le filiali di operatività della banca. Tutto ciò è stato reso possibile soprattutto grazie all’impegno ed alla grande professionalità dei 183 dipendenti della banca che hanno saputo accompagnare la crescita dell’istituto che ad oggi conta oltre 50.000 clienti, di cui quasi 10.000 soci. Con Torino la Banca di Caraglio si apre ad un nuovo territorio, allargando così i propri orizzonti di crescita”.
Che tipo di bilancio presenterete agli associati? “Presenteremo ai nostri soci un ottimo bilancio, sia per il risultato economico sia per l’ulteriore rafforzamento patrimoniale che ne conseguirà. Gli indicatori economici e patrimoniali evidenziano un bilancio molto equilibrato, all’insegna della forte attenzione al mantenimento della solidità che storicamente contraddistingue il nostro istituto. Per quanto riguarda le masse risulta in forte aumento la raccolta e l’incremento importante degli impieghi sottolinea quanto la nostra banca abbia continuato a sostenere sia le famiglie che le attività imprenditoriali. L’87% della raccolta della banca proviene dal territorio al quale destiniamo il 96% degli impieghi complessivi. Questa è la riprova di quanto la nostra attenzione sia rivolta al nostro territorio".
Qual è il ruolo che una Banca di Credito Cooperativo dovrebbe secondo Lei ricoprire? “Il ruolo che ha ispirato la nascita delle banche di credito cooperativo oltre un secolo fa ed in particolare nel 1892 per quanto riguarda la nostra banca, è rimasto il medesimo. Siamo nati dal territorio e per il territorio e lì continuiamo con determinazione a perseguire i nostri obiettivi a vantaggio delle comunità locali.”.
Venendo, invece, al rinnovo del Cda, si sa che sono tre le liste in campo, ma da quanti componenti sarà formato il Consiglio? “In questi giorni si sente dire che avremmo imposto il numero dei consiglieri, ma non è affatto così. Lo Statuto recita chiaramente che il Consiglio di amministrazione della Banca è composto da un numero variabile di consiglieri che va da 9 a 13: è l’Assemblea che sarà chiamata a deliberare il numero dei Consiglieri, sulla base di quanto proposto dal Cda uscente. Negli ultimi anni il Consiglio è sempre stato formato da 11 componenti e proporremo di proseguire su questa strada al fine di garantire un’adeguata rappresentatività della compagine sociale oltre ad una conoscenza capillare del territorio su cui la banca opera”.
Graziano Colombo, farmacista, unico ligure anche nel Comitato Esecutivo, commenta così la sua candidatura: “Sono nuovamente candidato al Consiglio di Amministrazione – ci ha detto -. In questi tre anni siamo partiti da un bilancio molto basso e che, invece, quest’anno è notevolmente migliorato. La Banca d’Italia, dopo l’ispezione dello scorso anno ci ha ‘promossi’ e consentito di aprire uno sportello a Torino. Con questo nuovo punto avremo la possibilità di crescere da soli senza essere accorpati da altri istituti. Chiediamo quindi una riconferma insieme agli altri colleghi proprio per proseguire questo importante lavoro svolto”.














