Sanremo: alienazione del campo golf, lettore fiducioso "L'amministrazione troverà sicuramente un'altra strada"

Il lettore Paolo Caldani interviene sulla possibilità avanzata dal Comune di vendere il campo golf di Sanremo.
 
"Dalla locandina di un quotidiano vengo casualmente a sapere di un grosso buco nel bilancio della Città. Cose che capitano di questi tempi, senonché ad allarmarmi è la possibile riapparizione del fantasma della vendita all’asta del campo da golf in tutta la sua consistenza (quasi quattrocentomila metri quadrati di area, con un bel po’ di fabbricati, parcheggi, dotazioni, brand, avviamento). Lungi dalla mia portata contestare il fondamento estimativo dei tredici milioni e rotti di euro richiesti, anche se tutto sommato non mi sembra proprio un prezzo da strozzini. Si obietterà che nella vendita il Comune pone il vincolo di immodificabilità dei luoghi e della destinazione d’uso (parole poco rassicuranti in Liguria …), ma nella realtà delle cose nel giro di un cinquantennio vincoli di quel tipo tendono quantomeno a stemperarsi. Curiosa è poi la possibilità per il compratore di costruirvi un albergo (ci mancava, perché lasciare ancora qualche pezzo di collina libero da aggressioni cementizie più o meno discutibili sotto il profilo paesaggistico?) in un contesto comprensoriale e cittadino di consolidata esperienza in fatto di richiesta di servizi alberghieri solo vicino al mare (quando proprio va bene) e non certo a monte, quando si ha bisogno di mezzi di locomozione per raggiungere la spiaggia (con la proverbiale fluidità del traffico e disponibilità di parcheggi gratuiti…). Il mio vecchio amico Bacì, pur alieno da letture di marketing ed economia turistica, mi ricorda al riguardo i diversi casi di flop non lontani nel tempo (“che saranno ben noti anche ad Alberto, Daniela ed Eugenio”). Lui è terrorizzato dal rischio che nel giro di qualche lustro, nella fase di completamento della costruzione al rustico dell’albergo, riappaia l’edificante caso di Portosole magari con qualcuno che dirà “per lasciarlo così lasciamoci fare degli appartamenti” (in una città che, secondo dati ufficiali dello stesso Comune, presenta un numero impressionante di alloggi non occupati!). Poi, da vecchio bottegaio ligure, Bacì mi dice: “Ma dove andrebbero poi a finire questi soldi, nel buco? Legge o non legge, un buon padre di famiglia impiega questi introiti in un corrispondente reale investimento patrimoniale, in un oggettivo potenziamento di infrastrutture senza depauperare le potenzialità presenti e future del turismo cittadino. Ma ti rendi conto che i nostri avi hanno dotato Sanremo dei più esclusivi servizi di richiamo turistico (funivia, campo da golf, campo ippico, casinò, ecc.) e noi adesso, non solo non sappiamo preservarli, ma pensiamo solo a svilirli ad uno ad uno, alla faccia di un futuro turistico di qualità? ”. La mia risposta è immediata e convinta: “Tranquillo, caro Bacì, vedrai che Alberto, Daniela, Eugenio ed altri ci ripenseranno e assieme alla dirigenza comunale sapranno individuare più valide e razionali alternative, non manderanno avanti l’infausta vendita, metteranno invece a punto una ragionata soluzione tramite una concessione di lungo periodo che sappia: tutelare l’integrità del patrimonio comunale e la destinazione veramente pubblica di questo compendio così importante;  tradursi anche in un certo vantaggio economico per il Comune; imporre una gestione di grande decoro, signorilità, efficacia ed efficienza, in modo che il nostro campo di golf sia sempre di più un elemento di grande attrazione e promozione per un turismo di qualità. Se sono ottimista? Cribbio, come faccio a non esserlo con l’assoluto silenzio che c’è nell’opinione pubblica cittadina per questo come per altri temi di fondo quali i rifiuti in house!”