Si rinnova anche quest’anno, in occasione della celebrazione della “Giornata della memoria” in ricordo delle vittime della Shoah, il sostegno di COOP Liguria a Liber Theatrum, che, in collaborazione con Metadanza, ha dato vita a un nuovo spettacolo teatrale intitolato “Io c’ero”, che andrà in scena a Bordighera, con il patrocinio e il contributo del Comune, sabato alle 21, e martedì 27 alle 10.30 (replica riservata agli studenti), nella cornice del Palazzo del Parco. La regia è di Diego Marangon, mentre le coreografie sono di Michela Andreoli. I biglietti sono in vendita a 10 euro (ridotti 8 euro).
Giovedì 29, invece, alle 16.30, presso la Biblioteca Civica Aprosiana di Ventimiglia, in via Cavour 61, è in programma un incontro con regista e attori, per confrontarsi e dare vita a una riduzione drammaturgica dello spettacolo stesso. A settant'anni esatti dalla liberazione del lager nazista di Auschwitz e di tutti gli altri campi di concentramento nei quali, durante il secondo conflitto mondiale, furono imprigionati e morirono un numero spropositato di esseri umani, lo spettacolo offre un’opportunità per riflettere su uno dei momenti più drammatici e terribili della storia moderna, caratterizzato dallo sterminio avvenuto nei lager nazisti.
Un’occasione per ricordare e per porre un freno a chi, invece, continua a macchiarsi di “negazionismo”, affermando che i nazisti non avrebbero pianificato lo sterminio degli ebrei, bensì solo la loro reclusione nei campi di sterminio; che le camere a gas non sarebbero esistite; che il numero dei morti durante la Seconda Guerra Mondiale sarebbe di gran lunga inferiore a quanto dichiarato; che la narrazione della Shoah serva a giustificare i crimini di guerra commessi dagli eserciti e dai governi alleati e la costituzione, nel dopoguerra, dello Stato di Israele. In realtà il genocidio degli ebrei europei ad opera dei nazisti è una realtà comprovata. Così come la persecuzione e la soppressione di infermi e portatori di handicap, malati di mente e depressi, zingari, detenuti comuni, oppositori politici, omosessuali, prigionieri di guerra.
Ricordare e riflettere è un dovere di tutti. Perché non si neghi lo sterminio di milioni di esseri umani. Perché non si banalizzi e non si confonda con la sola violenza la pianificazione dell’annientamento degli internati attraverso il lavoro e la soppressione degli inabili con il gas. Per non correre il rischio di giustificare e assolvere.