Sanremo: scomparsa Pino Laganà, il ricordo di Gianni Modena

"Passato il momento del totale smarrimento di fronte ad una notizia che ci ha squassati fin nel profondo dell'animo, noi, amici della Compagnia Stabile Città di Sanremo vorremmo ricordare il nostro Compagno di Scena, ma anche l'Uomo conosciuto e benvoluto da tutta la cittadinanza, e pertanto degno di un cenno di cronaca più approfondito...Fortunato Laganà, Pino per tutti, era di famiglia calabrese ma fin da giovane integrato ed inserito nella realtà sanremese, che tutti sappiamo quanto poco permeabile essa sia! 

Grazie alla sua innata simpatia, al suo "saperci essere", alla sua viva intelligenza ed al suo entusiasmo, qualità sempre impastate dalla modestia e dalla discrezione, Pino era riuscito a "salire" sul palcoscenico della sua Città; già nel 1972, a soli 25 anni, viene notato dal "Maestro" Nini Sappia, cui non erano certo sfuggite le sue innate doti di attore "naturale" che ne avrebbero fatto uno dei più grandi "caratteristi" della Stabile. Poco fedele ai copioni, traeva la forsa delle sue interpretazioni dall'istinto teatrale che aveva nel sangue e che faceva di lui un vero "animale da palcoscenico"!

Sarebbe quasi limitativo  ridursi qui ad un freddo elenco di tutte le sue commedie. Tra la prima "U barba matu" e l'ultima "Ina man in sce u fögu" intercorrono quarant'anni di spettacolo che così, a spanna, corrispondono a più di trecento rappresentazioni! Tra tutte, due le sue commedie preferite e, ahimé dimenticate, ma che Lui avrebbe fatto carte false per poterle vedere nuovamente rappresentate: "U barba matu" e "L'inteligènsa cronica", ambedue appartenenti al periodo d'oro del grande Nini Sappia! E sempre di quei periodi come non ricordare "L'Umbra de Cleupatra" in cui recitò nientemeno che con Batì Fibia! Tanti e tanti i personaggi fatti vivere per la gioia del pubblico; ma fra tutti lui era rimasto affezionato particolarmente a "Purpa" (U barba Matu) e a Peppino Lo Cascio Barone di Santofiore (Cun i soudi u nu se schèrsa). 

Le altre grandi passioni di Pino erano poi il tennis e la cucina... Lasciato il primo dopo "la protesi all'anca", si butta a capofitto nella cucina, campo nel quale avrebbe conseguito parecchie soddisfazioni... Una per tutte la partecipazione su RAI1 a "La prova del Cuoco", in cui raggiunse la finalissima, dove venne battuto, non senza qualche perplessità... Ma per Lui andava già bene così... Aveva conosciuto un altro mondo, un mondo in cui Claudio Lippi lo stuzzicava per provocarne risposte che erano battute micidiali, e così anche le tre annunciatrici, membri della Giuria, che poi nei corridoi di via Teulada cercavano di farsi rivelare i suoi segreti... E proprio da una di queste gags nacque la leggenda de "L'uomo che sussurrava ai pomodori", con cui Lippi lo definì quanto, con la sua verve fantasiosa e imperturbabile, affernò che i suoi pomodori erano i migliori del circondario perché lui soléva sedersi fra i solchi e parlare con i loro! Matto di un Pino!

Ma, qualche tempo fa, Laganà era dovuto uscire di scena da un altro palcoscenico, ben più importante; quello del suo lavoro... Chi non lo ricorda in Piazza Borea D'Olmo, sempre gentile e sorridente, accogliere tutti, trovare un posto ad ognuno e smistare le entrate e le uscite come un grande direttore di orchestra?! Poi la tristezza dell'"esilio" della vecchia stazione ed ora, "niente"... un niente che convolgeva anche il figlio, la sua grande preoccupazione.... Io sono vecchio, mi aggiusto, ma lui...

La bella foto di Sergio Giovannini lo rItrae nella sua ultima recita, il 23 dicembre 2013 al Teatro Centrale, assieme Marisa Civenti... Ma quando il 24 del mese scorso, venne a vedermi in un "recital" a Vallebona" a fine spettacolo lo chiamai in scena con me, per un applauso alla sua bravura! Nessuno poteva sapere che sarebbe stato l'ultimo!"