"Gentile direttore,
sono il genitore di due bambini di 9 e 4 anni. Con queste righe non voglio entrare nella polemica sollevata da alcuni genitori su come il Comune spende i soldi e se sia più utile un centro come il Mary Poppins, oppure il Villaggio di Babbo Natale in centro, anzi voglio sostenere che Sanremo ai suoi bambini dovrebbe offrire entrambe le cose e molto più di questo. Mi rivolgo naturalmente al sindaco Zoccarato ed ancor di più alla vice-sindaco Lolli, che so che ha molto a cuore le questioni riguardanti i bambini, per ricordare loro che ogni centesimo speso per donare spazi ed opportunità di gioco gratuite ai bambini è particolarmente importante soprattutto nei periodi di crisi quando molte famiglie non possono più permettersi attività sportive e/o ludiche a pagamento, e lo è anche perchè Sanremo perda un po’ quella atmosfera che da sempre la caratterizza come città anziana e diventi un po’ di più città dei bambini. So bene che il Comune investe già molto per la mensa e i trasporti scolastici, ma dovrebbe trovare le risorse per offrire di più ai suoi figli, al momento, infatti, abbiamo giardinetti senza giochi come quelli del Borgo, campetti in situazione di abbandono come quello del Bellevue, palestre sovraffollate come Villa Citera o quella del Liceo Cassini oppure fatiscenti come la struttura di Via Barabino alla Foce, e molti altri spazi non accessibili come ad esempio i giardini di Parco Marsaglia. E’ per questo motivo che sarebbe ancor più grave perdere anche un centro come il Mary Poppins, un luogo unico nel desolante panorama della città di Sanremo dove i bambini potevano trascorrere qualche ora in compagnia di giovani animatrici in un luogo sicuro, protetto, utilizzabile anche d’inverno quando il brutto tempo e le giornate corte impediscono di giocare all’aperto. In una città a crescita sotto-zero come è ormai da anni la nostra, dovremmo avere a cuore i bambini e farli diventare un capitolo di spesa privilegiato e invece vedo che si cerca di fare cassa anche sulle strutture per l’infanzia senza pensare che poi quando la crisi finirà non avremo più luoghi in cui fare crescere i nostri figli".
Walter Scavello














