Esulta la Lega per l'exploit compiuto da Di Muro, primo degli eletti, ma Forza Italia non è da meno, per i risultati ottenuti con il gioco di squadra imbastito attorno alla conferma del presidente Scajola, candidato unico. Perfino il Pd, dal versante dell'opposizione, riesce a trovare motivi di soddisfazione avendo sfiorato la conquista del secondo seggio, impresa non facile in un territorio profondamente marcato dal centrodestra.
È la fotografia che emerge dalle elezioni provinciali, test politico a tutti gli effetti, perché a votare sono stati gli amministratori comunali. E anche se a guidare paesi e città sono quasi esclusivamente formazioni civiche eterogenee, quando si tratta di andare alle urne i partiti fanno valere il loro peso. Basta leggere i commenti che si susseguono nel post-elezioni (di secondo livello).
Il sindaco leghista di Ventimiglia ha messo in fila tutti pescando come nessun'altro candidato nell'ampio bacino dei piccoli Comuni, oltre ad incassare i consensi interni assieme ad altri sparsi nelle aree demografiche (cinque) in cui era suddivisa la provincia, per applicare l'indice di ponderazione delle preferenze.
E ora potrebbe rivendicare la poltrona di vicepresidente prospettata al collega di Sanremo, Alessandro Mager, alfiere del civismo trasversale applicato a Palazzo Bellevue, quando ha accettato di mettersi in gioco nella lista Riviera dei Fiori e delle Alpi a sostegno del secondo mandato di Claudio Scajola.
Dal canto suo, Mager è riuscito a piazzarsi secondo pur pagando il prezzo di due voti in meno in partenza nella propria coalizione, a causa della contemporanea candidatura del dem Marco Cassini, e dello zero in casella registrato nelle fasce arancione (3001-5000 abitanti), grigia (5001-10.000) e rossa (10.001-30.000). A offrirgli una stampella è stata una quota dell'opposizione, quella di stampo civico, che ha così compensato la perdita contingente del sostegno da parte dell'ala progressista.
Il Pd ha rischiato di aprire una crisi lanciando nella mischia il giovane Cassini, che non è andato oltre il terzo posto nella lista Riviera Bene Comune, alternativa a quella di Scajola. Viene da chiedersi se ne valesse la pena. Fatto sta che a rappresentare il partito in Provincia ora è Gabriele Cascino, consigliere di minoranza a Taggia, mentre l'uscente Daniela Bozzano, all'opposizione a Imperia, ha mancato per poco la conferma.
Il risultato viene letto anche come una sorta di prova di forza interna ai dem: da una parte l'ex segretario provinciale Cristian Quesada (ora assessore a Vallecrosia), vicino a Cascino; dall'altra il consigliere regionale Enrico Ioculano, che si è speso per Cassini.
Quanto a Forza Italia, ha mosso le proprie pedine sullo scacchiere, a cominciare dalla performance di Gabriele Amarella, referente del partito a Ventimiglia, terzo in graduatoria, davanti a Mario Conio, il sindaco di Taggia, vicepresidente uscente. Sono cinque, in tutto, gli eletti di area forzista. E con circa 40 mila voti ponderati raccolti risulta il primo partito dell'Imperiese.
Il marchio del centrodestra si completa con Manuela Sasso, sindaco di Molini di Triora, esponente di FdI.
Il nuovo assetto della Provincia (con 9 consiglieri di maggioranza e 1 di opposizione) finisce per scontare subito gli effetti del caso-Bordighera: con la caduta dell'amministrazione Ingenito, l'ex assessore Marzia Baldassarre dovrà cedere (automaticamente) il seggio appena ottenuto all'unica non eletta nella lista del presidente, Sara Laura.














