Ostruzionismo. È la parola d’ordine dell’opposizione in Consiglio regionale, pronta a presentare una selva di emendamenti al DDL 79: la riforma varata dalla giunta Bucci che ridisegna l’assetto dell’amministrazione regionale introducendo nuove figure apicali, tra cui il responsabile dell’attuazione del programma, il capo di gabinetto, il direttore generale di coordinamento e il segretario generale.
Dopo la relazione del presidente della Commissione, Alessandro Bozzano, che ha dichiarato di “metterci direttamente la faccia” su questo provvedimento, aggiungendo di sperare “di non dovercela lasciare”, le opposizioni hanno acceso i riflettori su quelli che definiscono i punti più critici del disegno di legge.
Secondo i gruppi di minoranza, il DDL presenta numerose ombre e rischi. Tra questi, la figura del capo di gabinetto, sulla quale la Corte dei Conti aveva già espresso forti perplessità lo scorso anno, rilevando l’assenza di un riconoscimento giuridico nelle leggi regionali. Un “vulnus” che, secondo l’opposizione, il nuovo testo tenterebbe di sanare formalmente.
Centrale anche la questione dei costi, stimati in circa 1,8 milioni di euro all’anno, e il rischio di una moltiplicazione di posizioni dirigenziali e di fiducia dell’esecutivo, con conseguente accentuazione del controllo politico e una possibile politicizzazione della macchina amministrativa.














