Gentile Direttore,
ho seguito con attenzione il consiglio comunale monotematico sui lavori pubblici e, da cittadino, ne sono uscito con una sensazione di amarezza e, soprattutto, di frustrazione.
Al sindaco riconosco la sincerità: ha parlato con chiarezza delle difficoltà, senza troppi giri di parole. Ma l’assessore, mi permetta, sembra vivere in un’altra Sanremo. Non trovo altre spiegazioni per giustificare l’ottimismo del suo intervento, che è apparso completamente scollegato da ciò che noi cittadini viviamo ogni giorno.
Ha detto che “la città da anni chiedeva opere pubbliche” e che, grazie a vari fondi, loro le hanno “messe a terra”. Ma la verità è che i cittadini non chiedono opere annunciate: chiedono opere fatte. Perché un’opera pubblica non si giudica dai titoli dei comunicati stampa, ma da quando parte e soprattutto da quando viene finita.
Vogliamo parlare dei lavori alla vecchia stazione? Di Galleria Francia? Della Pigna? Dei giardini Regina Elena? Del Palazzo delle Rivolte? Di quante di queste opere si parla in continuazione e sono sempre ferme al palo? Senza citare quelle continuamente annunciate e mai partite!
Pensavo che questo consiglio fosse finalmente l’occasione per avere delle risposte: per sapere quando verranno sistemati gli asfalti e i marciapiedi, per capire se esiste una vera programmazione delle manutenzioni, per avere un’idea chiara dei tempi. Invece, ancora una volta, nulla di tutto questo.
Mi aspettavo un confronto onesto. La città ha assistito invece all’ennesimo discorso autocelebrativo, che serve forse a chi lo fa, ma non certo a noi cittadini che ogni giorno ci scontriamo con una città che cade a pezzi e senza visione sulle opere pubbliche
Confido nel sindaco: da uomo concreto e diretto tiri fuori la città da questo stallo. La sua giunta sta correndo a due velocità, forse è il momento di fare delle scelte, perché di annunci e numeri siamo tutti stufi.














