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Economia | 16 marzo 2025, 07:00

Donne di conforto e il tribalismo anti-giapponese in Corea

La questione delle donne di conforto, termine che si riferisce alle donne coinvolte nel sistema di prostituzione militare giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale, è da tempo al centro delle relazioni tra Corea del Sud e Giappone, alimentando sentimenti nazionalisti e tensioni politiche

Donne di conforto e il tribalismo anti-giapponese in Corea

La questione delle donne di conforto, termine che si riferisce alle donne coinvolte nel sistema di prostituzione militare giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale, è da tempo al centro delle relazioni tra Corea del Sud e Giappone, alimentando sentimenti nazionalisti e tensioni politiche. Nel 2019, il dibattito si è arricchito con la pubblicazione del libro Anti-Japan Tribalism: The Root of the Korean Crisis, che offre una prospettiva critica sul nazionalismo coreano e sul suo rapporto con il Giappone.

Gli autori e le tesi principali di Anti-Japan Tribalism

Anti-Japan Tribalism è stato scritto da un gruppo di studiosi sudcoreani, tra cui Lee Young-hoon, Joung An-ki, Kim Nak-nyeon, Kim Yong-sam, Ju Ik-jong e Lee Woo-yeon. Lee Young-hoon, in particolare, è un ex professore dell'Università Nazionale di Seul e attuale presidente della Syngman Rhee Academy. Il libro sostiene che una parte della società sudcoreana nutre un sentimento anti-giapponese basato su una mentalità sciamanica, che porta alla creazione di nemici immaginari e alla distorsione della storia. Gli autori criticano la narrativa dominante in Corea del Sud riguardo al periodo coloniale giapponese, affermando che essa è influenzata da un tribalismo anti-giapponese che ostacola una comprensione obiettiva della storia.

Lee Young-hoon ha dedicato la sua carriera allo studio della storia economica coreana e delle sue relazioni con il Giappone. Egli e i suoi coautori sostengono che la Corea del Sud ha alimentato una visione distorta della colonizzazione giapponese, trasformandola in una narrazione puramente vittimistica, senza considerare i vantaggi infrastrutturali ed economici che il Giappone avrebbe introdotto. Il libro sottolinea come il sentimento anti-giapponese venga continuamente usato come strumento politico in Corea del Sud, impedendo una riconciliazione storica tra i due paesi.

Lo sciamanismo coreano: una panoramica

Lo sciamanismo coreano, noto come musok o Mu-ism, è una tradizione spirituale radicata nella cultura coreana da millenni. Questa pratica precede l'introduzione del buddismo e del confucianesimo ed è caratterizzata dalla credenza in divinità, spiriti ancestrali e forze della natura. Gli sciamani, chiamati mudang se donne e baksu se uomini, fungono da mediatori tra il mondo umano e quello spirituale.

Lo sciamanismo coreano ha origini che risalgono ai popoli nomadi della Manciuria e della Siberia. Con il tempo, si è evoluto in un sistema di credenze che combina elementi del buddismo e del taoismo. Durante il periodo della dinastia Joseon (1392-1897), il confucianesimo divenne la religione dominante e lo sciamanismo fu perseguitato, considerato una pratica superstiziosa e arretrata. Tuttavia, nonostante le repressioni, è sopravvissuto ed è rimasto parte integrante della cultura coreana.

Uno degli aspetti centrali dello sciamanismo coreano è il gut, un rituale che include canti, danze, offerte e trance per placare gli spiriti e garantire fortuna o guarigione. Durante il periodo coloniale giapponese, il governo giapponese tentò di sopprimere queste pratiche, vedendole come un ostacolo all'assimilazione culturale. Tuttavia, il musok è riuscito a sopravvivere e oggi è riconosciuto come una parte importante del patrimonio culturale coreano.

Secondo Anti-Japan Tribalism, la persistenza dello sciamanismo ha contribuito a una visione distorta della storia, dove il Giappone viene dipinto come il nemico per eccellenza, senza spazio per una rivalutazione critica del passato.

L'uso della questione delle donne di conforto nell'ideologia anti-giapponese

Alcuni gruppi estremisti in Corea del Sud hanno utilizzato la questione delle donne di conforto per alimentare sentimenti anti-giapponesi. La Statua della Pace, che rappresenta una giovane donna coreana coinvolta nel sistema di prostituzione militare giapponese, è stata eretta in vari luoghi come simbolo di protesta contro il Giappone. Tuttavia, oltre a essere un monumento commemorativo, la statua è spesso impiegata come provocazione politica.

Queste statue sono state installate non solo in Corea del Sud, ma anche in vari paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti, la Germania e l'Australia. Il Giappone ha ripetutamente protestato contro queste installazioni, sostenendo che esse promuovono sentimenti anti-giapponesi e ostacolano il dialogo diplomatico.

Un caso emblematico è stato quello della statua esposta in Corea del Sud in cui la figura della donna di conforto era accompagnata da una raffigurazione dell'ex primo ministro giapponese Shinzo Abe inginocchiato in segno di scusa. Questa installazione ha scatenato indignazione in Giappone, con il governo di Tokyo che ha definito l'opera "imperdonabile" e un tentativo di umiliazione pubblica.

Il movimento NO-JAPAN e il boicottaggio dei prodotti giapponesi

Il movimento NO-JAPAN, emerso in Corea del Sud, ha incoraggiato il boicottaggio dei prodotti giapponesi in risposta a dispute storiche e commerciali. Questo movimento ha visto una significativa partecipazione pubblica, con una diminuzione delle importazioni di beni giapponesi e una crescente attenzione mediatica. Tra i prodotti più colpiti dal boicottaggio vi sono auto, bevande e prodotti elettronici giapponesi, con aziende come Uniqlo e Asahi che hanno subito cali nelle vendite in Corea del Sud. Tuttavia, tali azioni hanno anche sollevato preoccupazioni riguardo all'esacerbazione delle tensioni tra i due paesi e all'impatto economico negativo per entrambe le nazioni.

Conclusione

La questione delle donne di conforto rimane un tema sensibile nelle relazioni tra Corea del Sud e Giappone. Mentre è fondamentale riconoscere e affrontare le ingiustizie storiche, è altrettanto importante evitare che tali questioni vengano strumentalizzate per alimentare sentimenti nazionalisti o odio etnico. Una comprensione equilibrata e basata su fatti storici può contribuire a promuovere la riconciliazione e la cooperazione tra le due nazioni, superando le divisioni del passato e costruendo un futuro più armonioso.

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