Dibattito su ‘Le ‘Case della Comunità’ sul Territorio di Asl 1: necessaria una puntuale e attenta programmazione’ questa mattina alla Federazione Operai di Sanremo, organizzato dal gruppo di cultura politica della Fos.
Secondo gli organizzatori l'anno appena iniziato è il primo effettivo dell'applicazione della missione 6 ‘Salute’ del PNRR. La Regione Liguria (come le altre Regioni) ha formalizzato ieri le proprie scelte: 33 ‘Case della Comunità’ (al costo medio unitario di circa 1,5 milioni di euro) da realizzare entro il 2026. Si tratta di circa il 46% delle ‘Case della Comunità’ che nel tempo (quindi oltre il 2026) andranno realizzate in Liguria sulla base dei fondi del PNRR.
Ieri il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha annunciato per la nostra provincia cinque ‘Case di Comunità’, un Ospedale di Comunità e due ‘Centrali Operative Territoriali’. “Le Case di Comunità – ha detto Toti – accoglieranno anche il ‘Punto unico di accesso dei bisogni socioassistenziali e sociosanitari’, costituendo quindi una 'cerniera' per garantire un’elevata integrazione tra i servizi in carico agli enti locali e quelli in carico alle aziende sanitarie”.
Secondo il gruppo della Fos sanremese, sulla base dei parametri previsti dal PNRR (una ‘Casa della Comunità’ ogni 20.000 abitanti), nel Territorio di Asl1, con poco più di 209.000 abitanti (dati ISTAT 2020), si dovrebbero realizzare (in un tempo che va oltre il 2026) non meno di 10 ‘Case della Comunità’: "A nostro avviso è una soluzione insufficiente sia per l'assenza di una impostazione generale (la non predisposizione di un Progetto Programmatico complessivo che vada oltre il 2026) che per non aver tenuto conto del sotto-finanziamento del passato e di alcune specifiche peculiarità del Territorio di Asl 1. Nel dicembre 2021 abbiamo consegnato o inviato ai Sindaci Capofila dei 3 Distretti Socio Sanitari del Territorio di Asl1, agli Assessori e Consiglieri Regionali che fanno riferimento alla Provincia di Imperia un documento (ampiamente argomentato) con il quale si avanzava un ragionamento complessivo e anche le necessarie priorità rispetto alle ‘Case della Comunità’ da realizzare nel nostro territorio. Le risorse Finanziarie che servono (Nazionali o Regionali che siano) per la realizzazione delle 11 necessarie ‘Case della Comunità’, dovrebbero essere programmate ed allocate (per quota parte annuale) nell'arco dei prossimi 6/7 anni (quindi anche dopo il 2026)".
Le 11 ‘Case della Comunità’ (indipendentemente dal periodo della loro realizzazione) potrebbero essere allocate nel modo seguente:
– 3 nel Distretto Intemelio (17 Comuni e poco più di 56.000 abitanti);
– 4 nel Distretto Sanremese (14 Comuni e poco meno di 81.000 abitanti)
– 4 nel Distretto Imperiese (35 Comuni e poco più di 72.000 abitanti).
"Nello stesso tempo riteniamo che - prosegue il gruppo della Fos - in prima battuta (entro il 2026) sulla base dei finanziamenti del PNRR o mediante risorse aggiuntive della Regione Liguria, nel Territorio di Asl1 vadano realizzate almeno n. 6 ‘Case della Comunità’ e non 5 (come sembra che la Regione stia decidendo) perché non sufficienti nel poter dare (seppur limitatamente alla prima fase di applicazione della norma) risposte adeguate ai Cittadini dei tre Distretti".
Sostanzialmente si tratta di assicurare, entro il 2026, ai tre Distretti Socio Sanitari del Territorio di Asl 1, almeno n. 2 ‘Case della Comunità’ per ogni Distretto, così allocate:
– 2 nel Distretto Sanremese (il Palasalute di via S. Francesco e parte dei locali della nuova Stazione Ferroviaria di Taggia per la Valle Argentina e i Paesi della Costa a Levante di Sanremo);
– 2 nel Distretto Imperiese (il Palasalute di Imperia e una Struttura in Valle Arroscia - Pieve di Teco - per una parte importante dell'entroterra);
– 2 nel Distretto Intemelio (il Palasalute di Bordighera - in fase di completamento - e una Struttura nel Comune di Ventimiglia).
All'incontro di oggi, presieduto dalla Dott.ssa Giovanna Baldassarre, Portavoce del gruppo Fos, sono intervenuti: il Direttore del Distretto Socio Sanitario di Sanremo Dott. Roberto Castagno, l'Assessore Costanza Pireri Presidente del Distretto Socio Sanitario di Sanremo, l'Assessore Luca Volpe Presidente del Distretto Socio Sanitario di Imperia, l'Assessore Regionale Gianni Berrino, la consigliera regionale Veronica Russo, il presidente dell'ordine dei medici della provincia di Imperia, Francesco Alberti ed esponenti delle organizzazioni sindacali territoriali e dei medici di medicina generale.
"Le case della comunità, ci spiega Baldessarre, andranno a regione tra 8-9 anni ma per il 2026 c'è già il primo programma che ne prevede 5 in Asl1. Per una distribuzione equa delle risorse, senza fare campanilismi, nel distretto ventimigliese ne sono necessarie almeno due e non una come previsto. I medici di medicina generale dovranno cambiare radicalmente le loro abitudini lavorative. Non si tratta più di un regime di libero professionista convenzionato che operi in struttura privata, ma nel pubblico. Dovrebbe cambiare anche il tipo di contratto che li vincola al servizio sanitario nazionale. Dovrebbe essere modificata tutta la modalità del lavoro per renderla congrua alle esigenze della popolazione".
"Saranno il primo punto di contatto tra la sanità regionale e i cittadini, chiosa l'assessore Berrino. Il problema delle case di comunità sarà anche quello di essere l'anello di congiunzione tra i medici di base e la sanità. Ci vogliono, oltre alle risorse del Pnrr, anche gli investimenti in termini di personale medico e non. Ci sarà quindi un impegno forte a formare e a far lavorare tutti i professionisti che andranno a lavorare in queste strutture. Non è semplice, ma noi siamo ottimisti. Essendo un lavoro sicuro per il futuro speriamo che spinga i giovani a scegliere questo ramo rispetto ad altri".
" Anche noi ci siamo attivati in questa fase, evidenzia il Direttore del Distretto Socio Sanitario di Sanremo Dott. Roberto Castagno, per individuare i luoghi fisici dove andremo a collocarle. Tutto questo comporta una riorganizzazione territoriale abbastanza voluta. L'assistenza primaria si sposta dal territorio in dei luoghi fisici dove la gente ha non solo il medico di famiglia, ma altri servizi come i prelievi, le medicazioni infermieristiche, ma anche la possibilità ricevere i presidi. Un luogo quindi dove troviamo non solo il medico di medicina generale, ma dove si prendono in carico le problematiche della cronicità e del benessere della persona. Il problema vero sarà organizzare tutta la rete intorno al territorio per garantire i servizi. Oggi è un po' frammentata e noi cercheremo di creare un accesso unico su tutto il territorio. Con le case delle comunità, aperte per 12 ore, saranno dei luoghi fisici che erogheranno dei bisogni concreti alla popolazione. Il sistema va a migliorare e a ramificarsi sul territorio".
La carenza dei medici di famiglia rappresenta quindi un primo problema da risolvere per avviare al meglio questo tipo di progettualità. "Le case di comunità dovrebbero essere gestite in gran parte dai medici di famiglia, evidenzia il presidente dell'Ordine Alberti, ma in questo momento e per qualche anno ci sarà difficoltà a reperirli e di conseguenza una dubbia realizzazione a tempi brevi di tutto ciò. E' vero che i progetti sono a lungo termine, ma è chiaro che il problema lo sentiamo già oggi. Bisogna poi attendere anche il rinnovo del contratto dei medici di famiglia che dirà anche qualcosa di importante. Non è solo un problema assistenziale, ma anche di reperire i fondi e anche rivalutare i loro compensi. Un argomento di importanza notevole per la salute dei cittadini, ma che non penso trovi realizzazione a brevissimo tempo".
"E' un'ulteriore offerta sanitaria, chiosa l'assessore di Imperia Volpe. La nostra provincia sta scontando la mancanza di personale sanitario, medici, infermieri, e queste strutture vanno a rafforzare il nostro sistema territoriale. Sarà una risposta ulteriore ai bisogni primari dei cittadini. Non è possibile assistere tutte le persone in ambito ospedaliero; ci vuole un cuscinetto, ci vuole il territorio, e questo è il passaggio fondamentale".



























