C'è ancora una distanza, ma finalmente colmabile con ultimo sforzo, per arrivare alla soluzione del caso-Palasport. Lo si evince dall'esito del confronto tra Comune e Giò Costruzioni che si è svolto a Palazzo Bellevue alla vigilia di Natale. Il nodo è quello dei maggiori costi dell'opera, bloccata da tre anni alle fondazioni, all'ingresso di Pian di Poma. La perizia sul computo metrico estimativo, affidata dall'amministrazione allo studio pavese Calvi Beam, ha confermato i “vizi” delle previsioni iniziali appesantiti dall'esplosione dei costi dei materiali per l'edilizia (non solo) nel solco della pandemia e della guerra in Ucraina, già messi a fuoco dal Comitato consultivo tecnico attivato dalle parti, assieme ad altri aspetti. Il documento quantifica l'extra-budget intorno a 3 milioni e 60 mila euro, molto vicino ai 3,2 milioni (cifre al netto dell'Iva) richiesti da tempo dall'impresa per assumersi l'onere di riaprire il cantiere.
Ora si tratta di abbattere l'ultimo ostacolo, trovando un'intesa sul minimo margine rimasto tra domanda e offerta. Il sindaco Alessandro Mager, che ha tenuto per sé la delega alle grandi opere, ostenta una buona dose di ottimismo, facendo intendere che la partita possa chiudersi già al tramonto di quest'anno o al più tardi all'alba del prossimo. Non è soltanto una questione di prezzi maggiorati dal mercato, ma anche di lavorazioni da integrare rispetto al preventivo di spesa originario.
I soldi ci sono, considerato che l'amministrazione Biancheri, con cui è nato il progetto del Palazzetto dello sport, aveva accantonato circa 3 milioni per eventuali problemi in corso d'opera. Quella attuale ha deciso di non riconoscerli “tout court” all'appaltatore, nel frattempo cambiato a causa delle vicissitudini che hanno segnato l'affidamento iniziale, avviando così il tortuoso iter di verifica delle maggiori pretese economiche prima di mettere mano alla cassa, dopo aver tentato invano un accordo con la controparte. E adesso, dopo aver acquisito tutti i pareri necessari, non resta che chiudere il cerchio. Di mezzo c'è pure una banca, quella che finanzia l'intervento, concepito con la formula del leasing in costruendo: il Comune pagherà con rate distribuite in vent'anni.
Con i maggiori costi, il valore complessivo dell'opera è destinato a lievitare intorno a 20 milioni, compresi gli oneri tecnici e quelli per la manutenzione della struttura per la durata del leasing. Si tratta di far ripartire i lavori dalle fondazioni, peraltro già collaudate, con soletta in cemento armato e primi pilastri. In aggiunta, l'amministrazione sta valutando la possibilità di rifare la rete fognaria dell'area sportiva, collegata alla stazione di sollevamento collocata negli spazi dell'ex tiro a volo.














