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Sanità | 06 ottobre 2021, 19:14

Obbligo di vaccino per i sanitari no vax, il Tar si riserva sul ricorso, il legale: “È come un tso”

La decisione arriverà nei prossimi giorni

Obbligo di vaccino per i sanitari no vax, il Tar si riserva sul ricorso, il legale: “È come un tso”

Il decreto legge sulla vaccinazione obbligatoria per i sanitari si risolve in un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio in danno dei ricorrenti, ai quali è imposta la vaccinazione anti Sars-CoV-2 a pena della sospensione dall’esercizio della propria professione e dalla corresponsione del trattamento retributivo”. A scriverlo è l'avvocato Daniele Granara nel ricorso discusso oggi al Tar della Liguria presentato dai sanitari no vax contro l'obbligo vaccinale per la categoria. I ricorrenti liguri sono circa 400, un centinaio in provincia di Imperia.

I giudici si sono riservati sulla decisione, che arriverà nei prossimi giorni. Granara, nelle quindici pagine di ricorso contesta i provvedimenti di sospensione che hanno riguardato decine di sanitari nelle cinque Asl liguri. “È evidente - scrive l'avvocato - che la previsione della sospensione della retribuzione, che si risolve nella privazione essa stessa in una lesione al diritto alla salute e ad altri valori costituzionali, renda il trattamento di cui trattasi un obbligo per i ricorrenti, i quali, pur in assenza di certificate condizioni di sicurezza ed efficacia dei vaccini de quibus sono, irragionevolmente ed illegittimamente, costretti a sottoporvisi”.

Per l'avvocato insomma, l'obbligo vaccinale sarebbe paragonabile a un tso, deciso in questo caso su un vaccino che presenterebbe "controindicazioni tutt'altro che lievi e temporanee (come, evidentemente, non sono i decessi)".

Giova ricordare che il Giudice delle Leggi ha altresì ribadito che da un trattamento sanitario per essere imposto può essere foriero solamente di pregiudizi predeterminati, lievi e temporanei. Tale caratteristica non è evidentemente soddisfatta dalle vaccinazioni autorizzate (condizionatamente agli esiti delle sperimentazioni tutt’ora in corso, come pacificamente attestato dalla Determina AIFA 23.12.2020, Rep. n. 154/2020)”.

Il tema delicato su cui si basano i ricorsi contro la vaccinazione obbligatoria o contro l'obbligo del green pass è quello della libertà: il principio secondo cui non possa essere imposto il trattamento sanitario per l'interesse della collettività.

Il corretto bilanciamento degli interessi in gioco - scrive ancora Granara - (salute quale diritto individuale ed interesse della collettività), che, se può portare al sacrificio della libertà di autodeterminazione alla cura, non può mai condurre al sacrificio del diritto alla salute del singolo, ben può essere effettuato nel rispetto del generale principio di proporzionalità, patentemente violato dai provvedimenti impugnati”.

Granara, in conclusione, chiede l'accoglimento del ricorso, l'annullamento dei provvedimenti impugnati e la condanna delle amministrazioni intimate, ovvero le varie asl regionali. La decisione ai giudici nei prossimi giorni.

Francesco Li Noce

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