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Eventi | 18 gennaio 2021, 07:11

Sanremo: il 'PalaFestival' torna d'attualità, Vacchino "Ha senso se è innovativo e diverso dall'Ariston" (Video)

Il palazzo che dovrebbe ospitare la kermesse canora ha radici negli anni '80 (si pensò a Pian di Poma), poi in piazzale Dapporto (il 'Teatro del Mare') e quindi come appendice al progetto 'PignaMare'. Ora se ne parla in piazza Colombo.

Amadeus e Fiorello lo scorso anno al Festival di Sanremo

Amadeus e Fiorello lo scorso anno al Festival di Sanremo

Di ‘PalaFestival’ si parla da decenni a Sanremo e, negli ultimi mesi il progetto di un palazzo dedicato alla kermesse canora matuziana è tornato prepotentemente d’attualità, nonostante i tanti problemi dettati dalla pandemia Covid.

La ‘casa’ del Festival trova ricordi già negli anni ’80 quando, dopo la caduta in basso della manifestazione alla fine dei ’70, l’ha vista risorgere dalle sue stesse ceneri tornando ad un successo che ha trovato nuove radici anche con il 21° secolo. Sulla falsa riga del palazzo che ospita il Festival del Cinema di Cannes, si è passati dalla possibilità di costruirlo a Pian di Poma al famoso e vituperato ‘Teatro del Mare’ in piazzale Dapporto, al progetto del vero e proprio ‘PalaFestival’ come appendice al ‘PignaMare’, con una sorta di isolotto di fronte a Pian di Nave. Ora, invece, si pensa ad una costruzione in piazza Colombo.

In tutti questi anni, da quando il Festival è stato trasferito dal troppo piccolo ‘Giardino d’Inverno’ del Casinò all’Ariston, il ‘Pala’ si è sempre scontrato con i timori di uscire dal grande teatro della famiglia Vacchino, che ha fatto la storia degli spettacoli e del cinema della città dei fiori. Già nel 1990, quando Adriano Aragozzini spostò il Festival al mercato dei fiori di Valle Armea, si formarono i primi ‘mugugni’ ma, con l’allestimento all’Ariston del ‘Palamusic’ che per alcuni anni trovò casa a Portosole, tutto si quietò. E dall’anno successivo si torno al classico, all’interno del teatro di via Matteotti.

Sono passati 30 anni, nei quali si è registrato un sussulto e il relativo ritorno al progetto del ‘Pala’ con l’Amministrazione Borea, poi più nulla. Ora c’è un’altra idea simile, tra l’altro confermata anche dall’interesse della Regione che, ad agosto, ha presentato insieme all’Amministrazione Biancheri quella della scuola al posto del deposito Rt, che potrebbe in qualche modo essere legata anche al ‘Pala’.

Idee che, ovviamente, possono creare qualche sussulto anche al ‘patron’ dell’Ariston, Walter Vacchino, che indiscutibilmente basa buona parte del budget annuale del suo teatro, proprio sulla kermesse canora invernale: “La vita va avanti e io sostengo sempre che, qualsiasi cosa che sia innovativa e diversa dall’esistente è un valore aggiunto. Se, invece, quello che viene realizzato è una fotocopia dell’Ariston, non ha senso. Proprio per questo vorrei invitare tutti a fare un giro per capire la crescita dell’Ariston dal ’77 ad oggi, raccontando gli spazi e le capacità tecniche delle squadre, che si adattavano a situazioni difficili. Anche quest’anno abbiamo un ampliamento di un altro piano del palazzo adiacente al palco, per dare più servizi e capacità a questa enorme manifestazione, per lavorare al meglio. Abbiamo anche nuovi collegamenti grazie al nodo europeo della fibra ottica che, grazie alla Sistel, siamo collegati a tutte le capitali europee arrivando fino a Malta. Siamo collegati e la connessione è la parte essenziale della nostra vita e si può vivere di questa ma, di troppe informazioni che riceviamo dalla connessione delle informazioni sulle quali serve però una riflessione”.

Carlo Alessi

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