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Attualità | 23 novembre 2020, 07:03

Dalla Francia: attesa per quanto dirà domani Emmanuel Macron sulle misure di uscita dalla fase due

Probabile l’apertura dei negozi, confermato il confinamento. Bar e ristoranti dovrebbero ancora restare chiusi. Qualche spiraglio prima di Natale. La questione delle seconde case e delle stazioni sciistiche

Dalla Francia: attesa per quanto dirà domani Emmanuel Macron sulle misure di uscita dalla fase due

Domani sera alle 20 Emmanuel Macron si rivolgerà ai francesi e c’è da giurarci che ci sarà quasi tutto il Paese davanti allo schermo televisivo ad ascoltare le parole del Presidente della Repubblica che traccerà il futuro immediato di una nazione che sta uscendo, ma con tanta paura e tanta fatica, dalla seconda ondata di Covid-19. Parole, quelle di Macron, che sono attese anche nella nostra provincia, al confine con la Costa Azzurra, linfa vitale sul piano economico per l'imperiese e soprattutto per la zona di Ventimiglia.

I numeri di queste ultime giornate danno ragione al governo ed alle misure adottate: il confinamento, i controlli sempre più stringenti, la chiusura dei negozi ritenuti non essenziali, dei bar, dei ristoranti e di quasi tutte le attività collettive stanno dando i loro risultati. L’obiettivo di 5 mila persone in terapia intensiva è prossimo ad essere raggiunto ed anche l’indice di diffusione del Covid-19 sta rallentando.

Ma non sarà un 'liberi tutti' e nemmeno una fine anticipata del confinamento.
Le anticipazioni di queste ultime ore ipotizzano che l’uscita dal confinamento avverrà in tre fasi. La prima, tra il 28 novembre e il 1° dicembre, dovrebbe consentire la riapertura dei negozi ritenuti 'non essenziali', una misura rivendicata attraverso più manifestazioni in tutto il Paese da parte dei negozianti che temono di perdere il treno del Natale. Va letto anche in questo senso lo slittamento del Black Friday al 4 dicembre.

La seconda fase, sulla quale pendono molti interrogativi, è probabile che si concretizzerà qualche giorno prima di Natale, intorno al 20 dicembre: potrebbe essere in quell’occasione che bar e ristoranti, sia pure con restrizioni e misure particolari, potrebbero avere il semaforo verde e riaprire. La terza fase, quella di uscita dal confinamento dovrebbe posizionarsi nei primi giorni del 2021, con la riapertura delle scuole dopo le vacanze invernali.

Al momento appare incerta la questione degli spostamenti tra regioni, elemento che riguarda anche i proprietari di seconde case: la decisione è ancora incerta e potrebbe al massimo realizzarsi nella fase 2, nell’imminenza del Natale, anche se con diverse dichiarazioni i ministri hanno sottolineato come l’attestazione derogatoria sarà ancora a lungo necessaria. In ogni caso per tutto il periodo delle festività permarranno i divieti delle feste e degli assembramenti, sia fuori casa, sia in famiglia. Del resto il primo ministro Jean Castex ha anticipato che non sarà un Natale come gli altri e ha aggiunto, tanti per essere chiaro “e nemmeno l’inizio del nuovo anno”.

Ad ascoltare con particolare attenzione le parole di Emmanuel Macron anche gli operatori turistici delle stazioni sciistiche, comprese quelle del Mercantour: in questi giorni sono in atto degli interventi preparatori, ma non è chiaro se gli impianti potranno riaprire e con quali modalità.

Intanto, nel Dipartimento delle Alpi Marittime sono stati ordinati 50mila test antigenici per testare in modo regolare il personale addetto ad impianti ed accoglienza e sono state messe a punto particolari misure per assicurare i gesti barriera e il distanziamento fisico, ma la riapertura degli impianti è legata al via libera a determinate attività (dai bar ai ristoranti, dai trasporti agli spostamenti) che non dovrebbero rientrare nella fase 1. Se ne parlerà, con maggior concretezza, a partire dal 20 dicembre, sempre che l’indice scenda e la fase epidemica rientri entro paramenti meno preoccupanti, soprattutto sotto il profilo della saturazione degli ospedali.

Del resto gli ultimi dati non sono ancora pienamente rassicuranti. La percentuale di positività ai test è del 14,8%, nell’ultima settimana le nuove ospedalizzazioni hanno superato la cifra di 14 mila di cui oltre 2mila in rianimazione, i decessi si avvicinano ai 49mila e sfiorano i 300 il giorno.

Con questi numeri, la Francia, entrata nella fase acuta della seconda ondata con una quindicina di giorni di anticipo rispetto all’Italia, fatica a lasciarsi andare ad un 'liberi tutti' che potrebbe essere pagato a caro prezzo da gennaio. Domani, in ogni caso, Emmanuel Macron annuncerà le decisioni governative.

Beppe Tassone

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