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Attualità | 04 settembre 2019, 18:00

"Imperia, città delle vele in cui è vietato andare in barca a vela": la denuncia dell'ex consigliere Alessandro Casano

"Il porto turistico di Imperia non può permettersi di rinunciare a nessuna occasione di crescita, compresa quella della vela sportiva e le sue potenzialità devono potersi sviluppare nell’ambito di un regolamento portuale adeguato"

"Imperia, città delle vele in cui è vietato andare in barca a vela": la denuncia dell'ex consigliere Alessandro Casano

“A Imperia è vietato andare in barca a vela”. Proprio alla vigilia dell’inaugurazione delle ‘Vele d’Epoca’,  Alessandro Casano, medico ed ex consigliere comunale e appassionato velista, rivela un’anomalia nel regolamento portuale.

Imperia – scrive in un comunicato - è la città delle vele d'epoca e di tante altre manifestazioni sportive legate al mare che l'hanno resa un punto di riferimento nel mondo dello yachting anche grazie alle sue condizioni  climatiche e di vento molto favorevoli.  Ma c’è un problema, anzi un paradosso: l’entrata e l’uscita dal porto turistico (sottolineare ‘turistico’) sono vietate a tutte le imbarcazioni a vela.

Il regolamento portuale, decisamente in contrasto con la vocazione  turistica del nuovo porto, vieta infatti espressamente la navigazione ‘a tutte le unità a vela’ senza distinzioni. 

Il divieto deriva dal Regolamento Portuale all’art.22 comma b, emesso dalla locale C.P. nel 2010, che vieta tout court la navigazione a vela all’interno del porto (fatte salve le manifestazioni autorizzate), senza fare alcuna distinzione tra unità da diporto grandi o piccole, monotipi, imbarcazioni d’epoca, attività sportive, ecc. Nessuna eccezione, tutto vietato. E chiunque voglia praticare lo sport della vela è costretto a uscire dal porto rischiando ogni volta un verbale.

Eppure questo porto avrebbe estrema necessità di sviluppare capacità di attrazione verso tutti i potenziali utenti e quel famoso turismo sportivo che sarebbe una delle tante occasioni di rilancio per Imperia, non può che passare dalla principale infrastruttura turistica in via di completamento che è il nuovo porto, con i suoi tanti problemi, che si spera di risolvere nel tempo, con le sue enormi potenzialità, con i suoi enormi spazi in gran parte inutilizzati o sottoutilizzati. 

 Premesso che il codice della navigazione non vieta espressamente la navigazione a vela all’interno dei bacini portuali, appare veramente incongruo un regolamento che vieta in un porto turistico privo di traffico commerciale, il diritto di accesso al mare e alla terra alle unità a vela per uso sportivo, unità dotate peraltro di grande agilità di manovra sotto vela e condotte generalmente da persone dotate di esperienza.

Si sa che proibire è sempre più facile che regolamentare, ma in questo caso sarebbe opportuno trovare una soluzione che garantisca la fruibilità del porto a tutti e gli esempi (il porto di Loano per esempio) non mancano. Il porto turistico di Imperia non può permettersi di rinunciare a nessuna occasione di crescita, compresa quella della vela sportiva e le sue potenzialità devono potersi sviluppare nell’ambito di un regolamento portuale adeguato. Nell’interesse della città è auspicabile che il regolamento portuale venga rivisto in un’ottica meno restrittiva nei confronti dello sport della vela inteso come elemento di sviluppo della città. La sicurezza della navigazione può essere salvaguardata con una idonea regolamentazione senza ricorrere a facili e sbrigativi divieti”.

Francesco Li Noce

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