Il Tar del Lazio boccia senza appello la Dop Taggiasca: dal comitato si esulta “La ‘Cultivar Taggiasca’ è salva, speriamo per sempre”

“La ‘Cultivar Taggiasca’ è salva, speriamo per sempre”: esultano in questo modo i promotori per la Dop Taggiasca, che si erano opposti al determinazione del Ministero delle Politiche agricole sul dossier incompleto e l'insuperabile omonimia tra varietà e denominazione d'origine.

Dopo anni di battaglie da parte di molti agricoltori e trasformatori anche il Tar del Lazio ha dato ragione su tutti i fronti, a chi aveva detto no alla cancellazione della cultivar.

La sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio è di martedì scorso ed ha smontato, punto per punto, le motivazioni che avevano portato il ‘Comitato promotore dell'oliva Taggiasca’ ad opporsi al provvedimento del Ministero delle politiche agricole che respingeva l'istanza per il riconoscimento della ‘Dop Taggiasca’.

Secondo il Tar il Ministero ha bocciato la proposta di Dop per tre distinte e fondate ragioni, ciascuna delle quali è ostativa al riconoscimento della denominazione d'origine. Inoltre il Tar del Lazio bacchetta anche la Regione Liguria per l'accoglimento dell'istanza su basi giuridiche assai incerte. I giudici si sono espressi in maniera inequivocabile sul punto centrale della questione Dop Taggiasca, ovvero l'omonimia con il nome di una varietà.

Il Tribunale riconosce anche che il Ministero delle politiche agricole non ha mai dato esito formale alla procedura concernente il cambio di nome della varietà, da ‘Taggiasca’ in ‘Gentile’, presentato dal Comitato Dop Taggiasca: “Attualmente, in relazione alla richiesta di modifica del Registro delle Varietà, sussiste una situazione di silenzio-inadempimento che, però, non è oggetto di formale contestazione nel presente giudizio”.

Il Tar Lazio, inoltre, chiude le porte a qualsiasi ulteriore scappatoia giuridica. Il comitato ‘Dop Taggiasca’, infatti, ha chiesto al Tar Lazio di esprimersi in merito all'iscrizione della ‘Taggiasca’ nel registro delle piante da frutto, che secondo lo stesso comitato è illegittima. Secondo il Tar “Il motivo è inammissibile in quanto, come si desume dalle parti del gravame in precedenza richiamate, è rivolto avverso il provvedimento con cui il nome Taggiasca è stato inserito nel Registro delle Varietà istituito con decreto ministeriale n. 7521 del 04/03/16 attuativo del d. lgs. n. 124/10”.

Rigettata anche l'ipotesi che nel regolamento europeo esista una scappatoia che permetta l'iscrizione di una Dop anche qualora omonima del nome di una varietà: “Dalla disciplina in esame emerge che, contrariamente a quanto dedotto da parte ricorrente, l’art. 6 comma 3 del Regolamento non costituisce idoneo parametro di legittimità della fattispecie in quanto la norma non ha ad oggetto le ipotesi di contrasto tra DOP e varietà vegetale (a cui si riferisce, invece, il comma 2) ma il diverso caso di richiesta di DOP per una denominazione già oggetto di una precedente DOP ritualmente inserita nel registro di cui all’art. 11 del Regolamento”.

Il Tar Lazio ha quindi bocciato su tutta la linea le posizioni espresse dal Comitato Taggiasca Dop che, ovviamente, potrà ricorrere al Consiglio di Stato, qualora ne rilevi le ragioni. Restano, al momento, i pesanti rilievi del Tar Lazio che esclude che una Dop Taggiasca possa nascere senza sostituzione del nome della varietà. E' questo, in fondo, il vero nodo cruciale di tutta la questione Taggiasca.