Piazza San Siro torna al centro delle polemiche. La zona che abbraccia la Concattedrale, cuore storico di Sanremo, vive da mesi una condizione di degrado che residenti e commercianti non esitano a definire “insostenibile”. Nonostante gli interventi avviati nei mesi scorsi dall’allora Prefetto Valerio Massimo Romeo e dal sindaco Alessandro Mager, le notti estive hanno riacceso le tensioni: prima alcuni episodi di criminalità – due o tre casi di rilievo che hanno segnato l’estate – e ora nuove denunce per la situazione notturna, con schiamazzi, bivacchi e minacce.
“Sulla piazza della Concattedrale è pieno di persone fino alle quattro o cinque del mattino. Non si riesce a dormire per via dei numerosi schiamazzi, urla, musica, maleducazione – racconta un residente –. Chiamo le forze dell’ordine ogni giorno, la situazione è insostenibile. La gente arriva, consuma alcol, bivacca, fa pipì contro i muri delle abitazioni. Dopo un certo orario non si può uscire: questa situazione va avanti da tutta l’estate”. Il copione si ripete con costanza: gruppi che si radunano, musica e voci alte fino all’alba, rifiuti abbandonati per strada, angoli trasformati in bagni improvvisati. E chi prova a richiamare all’ordine, denuncia di aver ricevuto minacce. “Prima le pattuglie passavano con regolarità – spiega un commerciante –. Da qualche tempo le vediamo arrivare verso le 19, 19.30, al massimo le 20, poi spariscono. Noi restiamo qui, soli, a fronteggiare queste persone. Non ci sentiamo sicuri”.
La dinamica, sostengono i cittadini, è la stessa descritta per via Calvi, al centro del dibatti diversi mesi fa: schiamazzi, degrado, microcriminalità. “Cosa stiamo aspettando? Bisogna che si arrivi al peggio prima di intervenire definitivamente?”, è lo sfogo di chi, dopo un’estate difficile, oggi chiede più controlli e decisioni forti. La tensione si percepisce anche online, tra i commenti sui social, e negli incontri pubblici convocati da cittadini e associazioni di categoria. Per molti, qualcosa si è rotto: se in passato la soglia di sopportazione era alta, oggi la pazienza è finita e la paura sta prendendo il sopravvento.
Sul fronte istituzionale, resta complessa la gestione. Comune e forze dell’ordine devono fare i conti con le maglie strette della burocrazia e con una carenza strutturale di personale. Gli interventi, pur ripetuti, non hanno prodotto risultati duraturi. “Gli agenti non bastano”, ammettono anche dalle stesse forze di polizia, in attesa di possibili rinforzi da altre città. In mezzo c’è il grido di aiuto di una zona che non vuole più essere definita “franca” e che chiede di tornare a essere il salotto storico della città, invece che il simbolo delle sue contraddizioni.














