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Attualità | 01 giugno 2018, 13:02

Sanremo - Taggia: danni alle coltivazioni da parte dei cinghiali, rivisti gli spazi dell'Oasi 'Fascia Costiera'. Soddisfazione per Alessandro Piana e Fortunato Battaglia

Dal giugno 2015, con l'approvazione del piano faunistico venatorio da parte della Provincia, per un'errore, sono state create le condizioni per la prolificazione dei cinghiali ai danni di privati ed aziende del territorio.

Sanremo - Taggia: danni alle coltivazioni da parte dei cinghiali, rivisti gli spazi dell'Oasi 'Fascia Costiera'. Soddisfazione per Alessandro Piana e Fortunato Battaglia

“Nei prossimi giorni i pannelli, che indicano i confini dell’area protetta, saranno materialmente spostati secondo le nuove indicazioni regionali”.

L’annuncio è arrivato da Alessandro Piana, presidente del Consiglio Regionale oggi in Comune a Taggia per parlare della Oasi di Protezione ‘Fascia Costiera’ tra Taggia e Sanremo. Con lui il consigliere comunale tabiese Fortunato Battaglia e presidente della sezione locale della Federcaccia. Presente per l'amministrazione comunale anche la vicesindaco Chiara Cerri.

Quella di Battaglia e Piana è stata definita come una conquista per il bene del territorio, per porre rimedio a quando nel 2015 venne approvato il piano faunistico venatorio. All'epoca, la Provincia aveva chiuso anche una vasta area sovrastante Taggia, circa il 23% del territorio, diventato quindi ‘Oasi Faunistica di Protezione’. Questa area che tocca Taggia ma anche Sanremo ha permesso il proliferare indiscriminato dei cinghiali, lì dove trovano spazio campagne, abitazioni e molte aziende agricole. In questi anni gli ungulati hanno prolificato indisturbati e proporzionalmente sono aumentate a dismisura le segnalazioni di intere campagne e coltivazioni devastate da questi animali. In questi casi l’attività venatoria controllata e nel rispetto dei limiti di legge è l’unica soluzione per arginare una problematica seria che si ripercuote sul tessuto economico di questa zona della riviera.

Battaglia in questa doppia veste ha coinvolto subito Regione Liguria, con una azione di sensibilizzazione sulla problematica. Vicino a lui Luca Calvini, Presidente Provinciale Federcaccia, Matteo Anfossi e Bruno Artuso, rispettivamente presidente e membro del consiglio provinciale dell’Ambito Territoriale di Caccia imperiese.

LE INTERVISTE A ALESSANDRO PIANA E FORTUNATO BATTAGLIA




“Da tempo nell’Oasi di protezione ‘Fascia Costiera’ si assiste ad una preoccupante proliferazione di cinghiali, che inevitabilmente creano ingenti danni alle coltivazioni. - ha rimarcato Alessandro Piana - Era quindi necessario intervenire, dando attuazione a quanto previsto dalla legge regionale, approvata nel giugno 2017, che snellisce le procedure relative all’attività venatoria per venire incontro alle istanze che arrivano dal territorio, in questo caso dai contadini della zona dell’Oasi”.

Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) è stato il primo firmatario della legge 17 del 2017, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale che, nelle more dell’adozione del Piano Regionale Faunistico Venatorio, autorizza la giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, a modificare i piani faunistico venatori adottati dalle Province e dalle Città metropolitane.

Un provvedimento accolto con grande soddisfazione da Battaglia: “Dopo tante segnalazioni per i danni alle culture, ricevute da cittadini e coltivatori, mi sono impegnato a far riaprire questa zona. Regione Liguria, Federcaccia e ATC provinciale hanno dimostrato grande attenzione sul problema. Questo obiettivo raggiunto è per il bene dei cittadini, del territorio e della caccia”.

“È stato semplice spiegare l’errore fatto. - sottolinea Calvini, noto viticoltore locale, oggi in veste di rappresentante provinciale di FederCaccia - Le imprese locali hanno subito moltissimi danni e ci sono stati anche numerosi episodi in cui i cinghiali hanno raggiunto l’ambito cittadino, arrivando addirittura sull’Aurelia Bis. Era semplice capire che se si fosse vincolato ulteriormente il territorio, il problema sarebbe aumentato. Questa è stata una delle poche riaperture in tutta la regione”.

“Questa oasi insiste su alcune zone particolari come l’area a ridosso dell’asl a  Bussana e lo svincolo autostradale della A10. In quelle aree boschive si è nascosto ed insediato il cinghiale e ci sono stati tantissimi danni alle colture locali. - gli fa eco, Matteo Anfossi - La modifica al piano è stata una attività complessa ma quando una cosa non funziona bisogna avere anche la capacità di cambiarla, facendo sempre attenzione a non creare ulteriori problemi”.

“La regione ha fatto diverse leggi “Quella decisione sconsiderata ha creato maggiori difficoltà al settore agricolo ed a quello venatorio. Oggi abbiamo raggiunto buon obiettivo ma non basta. Dobbiamo cercare salvaguardia di caccia ed agricoltura. Non ci sono mai fondi sufficienti. Mi auguro che sia solo inizio di quello spero entro a far parte della mentalità regionale e provinciale” - ha concluso Bruno Artuso. 

Stefano Michero

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