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Attualità | 24 novembre 2017, 14:30

Monesi: il danno da alluvione ha compiuto un anno. Rinaldo Sartore scrive alla Regione

"Presidente Toti, Lei che ha magistralmente e simbolicamente collegato, con il kilometrico tappeto rosso, le stupende località della costa del levante ligure, non lasci morire Monesi..."

Rinaldo Sartore

Rinaldo Sartore

"E’ trascorso il primo anno dalla tragica alluvione che ha semidistrutto Monesi di Mendatica, cancellato un tratto della strada provinciale 100 di Monesi, chiuso al transito il ponte sul rio Bavera e condannati all’isolamento Piaggia, Valcona Soprana e Valcona Sottana, località Secae e Salse oltre agli impianti sciistici di Monesi di Triora". Ad intervenire con un'attenta analisi sulle conseguenze dell'alluvione che ha colpito Monesi è Rinaldo Sartore, presidente dell'associazione 'Monesi Borgo Antico'.

"Volendo elencare i titoli degli annunci - spiega Sartore -, proclamati dagli amministratori del Comune di Mendatica, Provincia di Imperia, Regione Liguria e riportati, taluni ripetuti più volte sugli organi d’informazione, non solo locali, si riempirebbero diverse pagine. Se poi mettessimo a confronto i termini delle promesse, dettagliate nei citati annunci, con lo stato attuale e oggettivo delle rispettive attuazioni, verrebbe svelata una impietosa situazione fallimentare dai contorni, per alcuni aspetti, più gravi della fatalità. L’alluvione è inevitabile ma forse nel caso di Monesi si sarebbero potute scongiurare o limitarne le conseguenze; di certo dal giorno dopo si sarebbe dovuto agire con i fatti.

E la cruda realtà è che:
a- La risposta del governo nazionale alla richiesta della regione Liguria di dichiarare lo stato di calamità naturale, dopo 365 giorni, non è ancora giunta.
b- I carotaggi sono iniziati con 150 giorni di ritardo rispetto alle previsioni e terminati a fine estate! dopodiché il nulla.
c- La deviazione alle spalle della frazione di Monesi di Mendatica, poco meno di un kilometro, per ricollegare la s.p. 100 è ancora in attesa della prima pietra.
d- Il ponte sul rio Bavera, già monitorato da tempo, è rimasto in passiva osservazione sino alla fine di agosto quando con una ordinanza congiunta delle province di Cuneo e Imperia, il 5 settembre 1917 è stato improvvisamente chiuso al transito non solo di qualsiasi veicolo, ma anche dei pedoni.
Prendendo a prestito la frase di un noto e brillante perdente di successo, le chiacchiere stanno a zero.

Perché si è atteso la fine dell’estate? ‘A causa della burocrazia’ è la risposta-alibi per placare gli animi. Ma quella mostruosa burocrazia chi ce la impone? Chi ha assegnato le priorità? Chi ha deciso il susseguirsi di sopralluoghi, riunioni, conferenze stampa, ripetuti annunci di stanziamenti; tra i quali quello dei 500mila euri è stato ripetuto almeno tre volte quasi i fondi fossero pari a un milione e mezzo?

Da queste pagine rivolgo due semplici domande all’assessore regionale Giacomo Giampedrone:

per quale ragione non ha mai risposto alla lettera che il sottoscritto gli ha trasmesso il 9 gennaio 1017, con la richiesta di chiarimenti al riguardo di una dichiarazione, attribuita allo stesso assessore, e riportata in un articolo giornalistico del 8 gennaio 2017 dal titolo: ‘La piccola Svizzera di Liguria verso una morte annunciata’. La seconda domanda è per quale motivo non è stata data alcuna risposta neppure alla richiesta del firmatario di quella lettera, che in data 8 settembre ’17 chiedeva ‘ai sensi dell’art.5 legge 241/90, chiedo di conoscere il nominativo del responsabile del procedimento..’ il tutto con l’aggravante che la prima lettera non è stata firmata a titolo personale ma nella veste di presidente di una associazione no-profit di promozione turistica con sede a Monesi di Mendatica.

Il dubbio, che non nascondo, è che i signori politici abbiano fatto una valutazione fortemente condizionata dal numero degli elettori residenti nell’alta Valle Arroscia. Spero sinceramente che la mia tesi sia priva di fondamento in quanto se così non fosse ci troveremmo di fronte ad un atteggiamento tragicamente miope. Oggi, per attrarre importanti masse di turisti, occorre un’offerta ricca, ampia e varia. Credo che le bellezze costiere siano complementari a quelle dell’entroterra – o meglio, entrocosta - così come le peculiarità del nostro entroterra coronano e completano quelle del litorale. La fascia ‘dai delfini agli ermellini’ potrà attrarre crescenti masse di turisti solo se vi sarà un coordinamento e una offerta turistica di tutto il nostro magnifico territorio.

Presidente Toti, Lei che ha magistralmente e simbolicamente collegato, con il kilometrico tappeto rosso, le stupende località della costa del levante ligure, non lasci morire Monesi. Se non sarà fatto anche l’impossibile, tutta l’economia della provincia d’Imperia, già tanto provata, subirà ulteriori, enormi danni. E in quel caso la Sua giunta non perderà solo qualche centinaio di preferenze".

C.S.

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