Nell'era di internet e dei telefonini, la tradizione del souvenir esiste ancora? Siamo andati a chiederlo ad alcuni commercianti di Sanremo. Ebbene, nonostante l'evolversi dei tempi e delle abitudini, il turista che viene in vacanza nella città dei fiori, acquista ancora un oggetto ricordo.
Calamite, tazze e portachiavi: il mondo del souvenir accontenta tutti i gusti e porta Sanremo nel mondo. E' vero, molto è cambiato rispetto al passato. I negozi che vendono esclusivamente souvenir si contano sulle dita di una mano, la tecnologia ha preso il sopravvento e la crisi non aiuta, ma l'idea del 'pensierino' per gli amici e la famiglia sembra non tramontare mai. E non ci sono solo cibo e artigianato.
"Il nostro lavoro dipende dalla presenza dei turisti in città - commenta Adriana del chiosco souvenir sul solettone in piazza Colombo - Una volta, ricordo, in via Roma, c'erano ben sette negozi di questo genere. Oggi siamo in pochi e questo tipo di oggettistica la si trova ovunque. Comunque il souvenir è ancora un pensiero gradito, lo vendiamo a persone di tutte le nazionalità: russi, tedeschi, francesi ma anche italiani".
Tra i gadget preferiti, al primo posto troviamo il classico magnete, privilegiato sopratutto per il prezzo economico, una media di 3 euro e 50. Ma piacciono anche borse, tazze e magliette. Perdono terreno invece le tradizionali cartoline, come conferma Corrado dell'edicola sul solettone in piazza Colombo. "Queste ultime sono in via d'estinzione, chi le compra poi le tiene per sé, non acquistano neanche il francobollo per il costo di spedizione".
"Mi piace trattare souvenir e la gente li richiede - conferma Marina Brezzo della Tabaccheria in piazza Eroi, lato San Siro - si vendono le magliette di Sanremo, i cappellini e le piastrelle a turisti di tutte le nazionalità".
"La calamita va per la maggiore ma molti le acquistano anche solo per collezionismo. - conferma Manuelo Calvo della Tabaccheria in via Palazzo - Vendiamo anche i piatti in ceramica e le sfere di vetro con la neve ma meno perché il prezzo aumenta. Una volta - prosegue - il souvenir faceva l'incasso della giornata, andavano di moda persino le bambole con le conchiglie, gli strofinacci".
C'è chi poi acquista un souvenir per solidarietà, come accade presso il chiosco dell'Anffas in piazza Colombo: "Il ricavato delle vendite viene dato in beneficenza all'Anffas Onlus di Sanremo - conferma Gina, una delle volontarie - alcuni oggetti sono realizzati dai ragazzi della fondazione, altri li compriamo. In generale lavoriamo con gli stranieri ma soprattutto con gli italiani".
Insomma per un motivo o per l'altro, il souvenir rimane un acquisto da fare e da portare a casa. E se è vero che la tecnologia sta rimpiazzando tante abitudini, per ora, il ricordo di una vacanza a Sanremo vive ancora negli oggetti.



























