«Ferrovie, a ponente fischia il treno del raddoppio».
Il Secolo XIX, 23 ottobre 2015
Nell’autunno dell’ottimismo dilagante, poteva succedere di farsi trascinare dall’entusiasmo ferrato. La nuova linea ferroviaria non era più un “mostro dormiente”, la posa dei binari era quasi ultimata, il raddoppio del tracciato S. Lorenzo al Mare-Andora era un sogno che stava prendendo rapidamente forma. Tutto sarebbe dovuto accadere in una notte, quella tra il 15 e 16 giugno 2016. Nel volgere di poche ore, grazie a un portentoso bypass i convogli avrebbero iniziato a sfrecciare a 180 chilometri orari anziché 90. La Liguria di ponente sarebbe finalmente entrata nell’era del doppio binario (sarebbero mancati solamente quei 32 chilometri da Andora a Finale Ligure, ma questa è un’altra storia, che terminerà forse tra venti o trent’anni).
Armamenti, massicciate, gallerie, pietrisco, traversine, pali e linee elettriche, tutto procedeva “a ritmo serrato” come confermava un dirigente di Rfi (Rete ferroviaria italiana), Calogero Di Venuta. Si parlava di attrezzare la linea con impianti di segnalamento, effettuare collaudi statici dei viadotti e addirittura predisporre speciali tappetini antivibrazioni e bande fonoassorbenti con cui silenziare il passaggio dei treni velocissimi e fiammanti. L’ottimismo aveva cancellato improvvisamente il ritardo più che decennale dei lavori, le irregolarità dei cantieri con relativi contenziosi. Giovanni Toti, fresco di elezione alla presidenza della regione, non perdeva occasione di annunciare improbabili collegamenti supersonici (Genova-Roma e Genova-Milano) e raddoppi prossimi al completamento nella periferia di ponente.
DAL MITO ALLA REALTÀ
I comitati dei pendolari, nell’ultima riunione tecnica con le ferrovie, hanno però ricevuto un’amara sorpresa. In barba a tutte le promesse fatte finora, il raddoppio slitterà di qualche mese, all’autunno 2016. Ma come, s’arrabbiano allora i pendolari, stiamo sopportando cancellazioni e ritardi e soppressioni e orari cadenzati sperimentali proprio per consentire a Rfi di terminare il raddoppio! È il sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori, a riassumere la triste realtà sulle pagine della Stampa: «Senza un intervento radicale sulla viabilità la stazione non è raggiungibile da bus e mezzi pesanti. E al momento non esiste neppure una stima dei costi per avviare il cantiere». La nuova stazione di Diano sorgerà a quattro chilometri dal centro cittadino, ecco il problema. A Imperia i medesimi nodi da sciogliere: viabilità e infrastrutture incomplete. Il 16 giugno 2016 il pendolare ponentino vorrà entrare in stazione, trovandola però chiusa. Cercherà invano un tabellone di arrivi e partenze. L’unico fischio che sentirà, sarà quello dell’ennesima opera promessa ma incompiuta. E come S. Tommaso deciderà di credere solo quando avrà visto.














