Ieri nel corso della 32esima kermesse nazionale dei comuni italiani è intervenuto anche Enrico Ioculano sul dibattito “Le persone al primo posto, accoglienza e integrazione nel rispetto della legalità e delle identità”. Il primo cittadino ha messo in luce quelle che sono le debolezze del sistema di accoglienza, in particolare nel rapporto tra le istituzioni.
“C’è molto da rivedere in quello che è il nostro sistema di accoglienza dal punto di vista dell’emergenza – ha esordito Ioculano – il caso della mia città ha messo a nudo i rapporti di criticità tra le istituzioni e quelli di responsabilità che spesso vengono a mancare. Se la città di Ventimiglia, che comunque ha un suo bilancio ed una sua forza, fosse stata una città più piccola non in grado in poche ore di far fronte a 100, 150 mila euro di costi imprevisti cosa sarebbe accaduto? Oltretutto sottolineo che bisogna avere anche una certa capacità di reazione veramente nel giro di poco tempo”.
“La collaborazione con le prefetture – ha continuato - non è semplice perché rispondiamo a logiche diverse. L’assunzione di responsabilità di creare un centro di accoglienza nel cuore della città è qualcosa di difficile da concretizzare. Quando giravano le immagini di Ventimiglia in mezzo mondo bisogna avere l’attenzione di rapportarci con i nostri cittadini in un certo modo. Purtroppo non tutte le istituzioni con cui si collabora in quel momento hanno questa sensibilità qua”.
“Con un semplice paragone, noi quel giorno lì ci siamo svegliati ed è come quando un ragazzo va a scuola e si rende conto di avere un compito in classe e di non aver studiato prima. Noi a marzo avevamo lanciato qualche grido di allarme perché in una città di confine i flussi migratori ci sono sempre stati. Quindi avevamo già posto all’attenzione di diverse istituzioni la tematica. Io non lo voglio chiamare problema perché non dobbiamo dimenticarci che si parliamo di persone, di essere umani”.
“Io sono preoccupato – ha infine concluso - perché questa lezione non l’abbiamo imparata e l’estate prossima saremo qua e voi sentirete parlare di nuovo di Ventimiglia. Quindi io invito l’ANCI, che in quei giorni lì ci ha dato una grossa mano, a sensibilizzare tutte le istituzioni, in particolar modo le prefetture ad avere un’attenzione particolare su queste tematiche qua. Perché se le nostre ‘comunità’ non sono pronte e non sono serene non si può fare accoglienza, integrazione e solidarietà”.














