Sanremo: dopo il via di mercoledì scorso prosegue al Casinò mostra di Hector Zablach 'Retrospettiva Mancante'

Prosegue, presso il Foyer di Porta Teatro del Casinò di Sanremo, la mostra Hector Zablach dal titolo 'Retrospettiva Mancante'. Hector Zablach nasce a Santiago del Cile da un'antica famiglia borghese nel 1934. A soli 17 anni, contro il desiderio dei suoi genitori, si reca a Buenos Aires dove affronta una situazione economica difficile, che ostacola le sue aspirazioni artistiche. Mentre lavora in un caffè, frequenta l'Accademia Nazionale di Belle Arti dove è subito notato dai professori.

Dopo quattro anni si trasferisce in Brasile dove inizia a insegnare “pittura”. Appena passato qualche anno abbandona l'insegnamento per una vita di viaggi nel Sud America, nei quali riscopre le culture precolombiane, le tradizioni popolari e instaura un legame ancora più forte con la natura. 

Nel 1973 Zablach si trasferisce in Europa e poi in Italia per partecipare alla Mostra d'arte contemporanea di Asiago, dove conosce grandi artisti quali Baj, Cassinari, Guttuso, Manzù, Picasso, Sassu con i quali interseca un dialogo fatto di ricerche artistiche, di interecci di linguaggio ed estetica contemporanea, che definiranno la sua arte. 

Ma per i cileni Hector Zablach è un artista del popolo come Victor Jara, Gabriel Mistral e Pablo Neruda, che trasmette con i suoi colori speranza per una nuova America e un nuovo Cile. 

Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali, tra queste Buenos Aires (1958);New York (1963); Bangu -Brasile- (1965); Messico (1968); Sanremo (1972); Roma (1978) -in occasione della quale vince il Premio Leonardo Da Vinci-.

In occasione degli 80 anni dalla nascita dell'artista, il Casinò di Sanremo celebra la figura di Hector Zablach attraverso una mostra completa della sua opera con quadri derivati da una collezione privata.

La mostra Hector Zablach. Retrospettiva Mancante rappresenta un intenso percorso culturale attraverso alcune opere realizzate dal Maestro cileno nel pieno della sua maturità artistica. L'esposizione, curata dalla dott.sa Federica Flore, storico dell'arte, tocca tutti i “momenti” tematici e stilistici di Zablach. In tutte le opere sarà evidente al pubblico la sintesi tra i due mondi del pittore, dove la tradizione sudamericana di derivazione precolombiana è viziata dall'estetica europea. L'artista infatti attinge dai colori naturali di fine '800, dalle forme avanguardistiche di primo '900 fino a mescolarsi con il suo tempo e l'azione romantica dell'impegno civile. Il percorso espostivo è concepito come un ciclo vitale dove l'artista e la sua esperienza personale si aggiudicano il centro della scena. Con questo obiettivo, la curatrice compie una personale rilettura dell'intera opera, cercando di non limitare a “pittore degli Indios” Zablach, benché questo punto di vista sia corretto, ma di svelarlo completamente. La mostra Hector Zablach. Retrospettiva Mancante propone infatti il suo forte legame con le donne, con i mestieri femminili della tradizione – l'anforaia, la lavandaia – che provano a resistere in una società di secondo '900 ormai lontana dal mondo bucolico che la sua fantasia si aspetta. Laddove persiste la tematica del paesaggio, nelle vedute compaiono sempre figure umane e architetture in lontananza – mulini, ponti, casolari – ad indicare un'antropizzazione del territorio ormai obbligatoria. 

Zablach in questo modo interpreta, nella maggior parte dei casi, i suoi tempi con chiara obiettività; a volte invece incalza un vero e proprio racconto letterario alla stregua dei grandi Maquez e Neruda. La mostra verrà inaugurata ufficialmente domani alle 16, con orario tutti i giorni dalle 15 alle 23 (ingresso libero), fino al 22 giugno,