Un nostro lettore, Enzo Fantozzi, ci ha scritto per dire la sua sull'accorpamento del tribunale di Sanremo a quello di Imperia:
"Da nuovo Cittadino di Sanremo (sono residente solo dal marzo del 2009) voglio esprimere alcune considerazioni sulla chiusura del Tribunale di Sanremo a partire però da un dato giuridicamente derto, l’articolo 1 delle Legge n. 148 del 14 settembre 2011 (Gazzetta Ufficiale n. 216 del 16 settembre 2011).
1. Il decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. Il Governo, anche ai fini del perseguimento delle finalità di cui all'articolo 9 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza, con l'osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) ridurre gli uffici giudiziari di primo grado, ferma la necessità di garantire la permanenza del tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011;
b) ridefinire, anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, l'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane; c) ……………………
Il complesso dei provvedimenti (non solo quelli per il comparto giustizia) contenuti nella Legge 148 del settembre 2011, sono stati presi in un momento di grande difficoltà economica e politica dell’Italia (cosa che veniva negata dal Presidente Berlusconi fino a qualche settimana prima). Con riferimento alla riorganizzazione dei Tribunali (punto 2 lettera a) e b) della già citata Legge), faccio notare che bastava prevedere nel Decreto Legge o nella sua conversione, oltre al capoluogo di provincia (criterio valido per la quasi totalità delle provincie Italiane) anche il riferimento al Tribunale più grande dello stesso territorio provinciale (si tratta di pochissime realtà a livello nazionale) per evitare che un Tribunale più grande venisse accorpato ad uno più piccolo solo perché dislocato nel capoluogo di Provincia. Nello stesso tempo mi sono chiesto:
1) dove erano gli Avvocati del foro di Sanremo in quella fase?;
2) a cosa pensavano in quel periodo, i tanti Avvocati (quasi tutti appartenenti ai partiti che all’epoca governavano l’Italia) che sedevano ed ancora continuano a sedere nel nostro Consiglio Comunale?;
3) come mai il Sindaco Zoccarato, che ora dichiara con riferimento alla soppressione del Tribunale di Sanremo 'A questo punto sarebbe meglio essere annessi alla Francia', perché non si è posto in quel momento, il problema di come reagire a quanto si prospettava; dato che la norma (predisposta ad agosto e resa definitiva a settembre) significava la certezza della permanenza del Tribunale di Imperia e la possibilità della soppressione di quello di Sanremo?
Certamente la responsabilità politica maggiore della situazione che si è determinata, non può che essere di chi ha predisposto ed approvato il Decreto in quel modo, ma è corresponsabile anche chi, sul territorio (Avvocati, Amministratori e Politici), doveva vigilare o intervenire con iniziative politiche serie ed immediate.
Purtroppo si tratta degli stessi soggetti politici (Lega e PDL sia a livello nazionale che territoriale) e professionali che in quella fase, non immaginavano minimamente la possibilità che il Presidente Berlusconi rassegnasse le dimissioni di li a qualche mese. L’insediamento del governo Monti composto da soli Ministri tecnici certamente ha tolto spazi di manovra a pressioni politiche e di lobby, affinché la norma potesse essere in qualche modo aggirata o svuotata.
Pertanto le proposte avanzate da diversi soggetti territoriali nei mesi passati, a sostegno del mantenimento del Tribunale di Sanremo, si sono dimostrate deboli perché prospettavano una soluzione (come sempre all’Italiana) che non stava in piedi. Date le condizioni poste alle lettere a) e b) dell’Art. 1 della Legge 148 del 2001, non era minimamente credibile la proposta di avere due Tribunali (distanti l’uno dall’altro intorno ai 25/30 Km) nell’ambito dello stesso territorio provinciale. Gli Avvocati, il Sindaco, gli Amministratori, i Politici e le Forze Sociali di Sanremo, dovevano avere il coraggio politico di affermare con molta forza e nettezza che nel territorio della Provincia di Imperia era sufficiente un solo Tribunale. Nello stesso tempo i soggetti sopra indicati dovevano aprire un confronto serio a livello provinciale, sulla base di argomenti solidi e dati certi (specificità territoriale del bacino di utenza, tasso d'impatto della criminalità organizzata, situazione infrastrutturale, carichi di lavoro e produttività) per affermare che il Tribunale da chiudere non era quello di Sanremo ma bensì quello di Imperia pur essendo capoluogo di Provincia. Quella era la sede per assumere un orientamento (anche se solo a maggioranza) da presentare al Ministro di Giustizia e alle stesse Commissioni Parlamentari e non arrampicarsi sugli specchi con proposte non credibili rispetto ai contenuti della Delega.
Ora la colpa della chiusura del Tribunale di Sanremo, secondo taluni, è del governo Monti e del suo Ministro di Giustizia Avvocato Severino; si tratta di affermazioni prive di fondamento dato che l’attuazione della Delega è avvenuta in assoluta coerenza con i contenuti della Legge 148, e che le decisioni assunte nell’ultimo Consiglio del Ministri hanno tenuto anche conto, seppur in modo parziale, delle indicazioni del CSM e delle richieste avanzate dalle Commissioni giustizia di Camere e Senato".














