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Attualità | 03 agosto 2012, 11:16

Sanremo: ombrelloni chiusi per la protesta dei balneari. Il 95% ha aderito, qualche eccezione ma solidarietà dai clienti

Non è infatti mancata qualche eccezione da parte di alcune spiagge ma dalla Foce a San Martino la maggior parte degli ombrelloni erano chiusi. Positiva la reazione da parte della clientela nonostante il caldo di questa mattinata di agosto.

Sanremo: ombrelloni chiusi per la protesta dei balneari. Il 95% ha aderito, qualche eccezione ma solidarietà dai clienti

Ombrelloni chiusi fino alle 11 stamani a Sanremo e in tutta la Provincia per la protesta nazionale dei balneari contro il silenzio del Governo sulla direttiva Bolkestein e la messa all'asta degli stabilimenti dal 2015.

Il 95% dei gestori matuziani ha aderito all'agitazione indetta da Sib Confcommercio, Fiba-Confesercenti, Cna-Balneatori e Assobalneari Italia – Confindustria. Sono infatti circa 30mila le imprese in tutta Italia, 200 in tutta la Provincia di Imperia, che dal 1 gennaio 2016 potrebbero vedere a rischio i posti di lavoro e il futuro degli stabilimenti a causa della direttiva europea. “A Sanremo siamo 40 spiagge tra libere e attrezzate e circa il 95% ha aderito, i clienti sono stati solidali con la nostra protesta – conferma Cesare La Bozzetta presidente provinciale Fiba Confesercenti e titolare dei Bagni Paradiso - Non arriveremo ad una soluzione chiedendo gli ombrelloni un paio d'ore ma era giusto anche nella stagione estiva rendere un po' consapevole l'opinione pubblica di questa problematica delle aste”.

Non è infatti mancata qualche eccezione da parte di alcune spiagge ma dalla Foce a San Martino la maggior parte degli ombrelloni erano chiusi. Positiva la reazione da parte della clientela nonostante il caldo di questa mattinata di agosto. Qualcuno ha posticipato l'ingresso in spiaggia, altri sono andati via ma il più dei clienti ha approfittato per fare un bagno e attendere la fine della protesta dimostrando la massima comprensione e solidarietà nei confronti dei gestori degli stabilimenti. “Non abbiamo la certezza di fare gli investimenti, è un brutto lavoro” ha commentato Marilena dipendente degi Bagni Morgana in corso Trento Trieste. “I clienti hanno capito e ci hanno assecondato non è giusto colpire la clientela ma era l'unico modo per attirare l'attenzione sul problema” ha aggiunto Nicola dei Bagni Italia. “Anche noi ci siamo adeguati anche se i clienti dicono che non serve a molto” ha confermato Gianni Canale dei Bagni Arenella. “Sono contraria agli scioperi – afferma Cristina, titolare dei Bagni Tahiti in Lungomare Vittorio Emanuele – la direttiva è un danno certo ma non credo sia il modo giusto e sopratutto creare disagio ai clienti”.

Sulla protesta è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd Sergio Scibilia, presente ai Bagni Paradiso. “Noi come Regione abbiamo seguito nella conferenza Stato Regioni la questione stando sempre vicino ai balneari perchè riteniamo che questa questione delle aste sia stata gestita male – ha affermato il consigliere - Siamo vicini alla scadenza del 2015 e gli operatori sono nel totale imbarazzo nella decisione di sapere che fine faranno. Sono aziende storiche qui da 40 anni, che hanno investito difeso il mare e dato servizi ai turisti. E' incomprensibile come queste imprese debbano subire una tale scelta. La direttiva ha bisogno di interpretazioni con leggi nazionali, concertazioni con le parti sociali, ci sono stati diversi accordi non sottoscritti alla fine. Ci sono proposte dei sindacati ma ad oggi l'unico rischio è che questi stabilimenti possano finire in mano a non si sa chi, a chi ha più disponibilità di denaro e quindi pensando male il rischio che queste strutture finiscano in mano alla criminalità organizzata e non lo possiamo accettare o che il tutto venga lasciato alla deriva totale”.

Silvia Iuliano

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