Una nostra lettrice, Margherita, ci ha scritto per intervenire sul Villa Regina Margherita:
"Questo nella foto è l'unico 'dono' che ho visto oggi pomeriggio all'entrata della 'Villa della Regina': il catenaccio che chiude l'ingresso al museo, che nei grandi teli pubblicitari in città indica: 'invernale (1 dicembre/30 aprile ) da mercoledì a domenica, 10/17,30'. Io non so in quale angolo remoto della città vivano i due Presidenti, dei commercianti e degli albergatori, e nemmeno dove viva il presidente della fondazione Bagnasco, ma quanto scritto oggi sulle potenzialità di una struttura unica, come la nostra famosa 'Villa' cittadina, si scontra con l'unica evidenza incontrovertibile: una struttura chiusa, che dice di essere aperta. Se poi aggiungiamo che questa finzione ci è costata per pochi mesi 250.000 euro, fondi sottratti ad altre attività culturali e turistiche, il cerchio si chiude. Siamo abbastanza stufi di chi si promoziona sui giornali, con parole vuote che conseguono a promesse spumeggianti mai realizzate, raccontandoci come dovrà essere il futuro del museo, senza dirci perché hanno fallito le previsioni del recente passato; e perché dovremmo fidarci adesso. Che fine ha fatto la 'destagionalizzazione del turismo' che promettevano a giugno? Che fine ha fatto il rilancio occupazionale trainato dalla villa (chiusa)? Che fine ha fatto il ritorno commerciale del museo sul territorio? Che fine ha fatto la biblioteca e che fine hanno fatto i restauri? Proviamo a rispondere. La destagionalizzazione non si può fare chiudendo il museo in autunno/inverno. L'occupazione non cresce aprendo solo nei WE su prenotazione, ad orari definiti e in gruppo. I turisti che dovevano riempire gli alberghi e i ristoranti, sopratutto in bassa stagione, stimolati dalla visita al museo, non li abbiamo visti; anche perché troverebbero il catenaccio al cancello. La biblioteca e i restauri li abbiamo visti solo nelle slide della presentazione. Scusate la sfiducia, ma non vi si può più leggere. Se avete qualche idea che vada oltre un display in albergo o un curriculum promozionale e autocelebrativo, fatecelo sapere: abbiamo capito che da questa crisi si esce con qualche idea concreta, non con le repliche . Lo scriveva un'altra persona, non molto tempo fa, proprio su questo giornale on line: ci vogliono le idee e le persone in grado di concretizzarle. Non vedo nè le prime nè le seconde. Il catenaccio invece lo vediamo tutti, sopratutto i pochi turisti che ignari si fidano delle pubblicità nel centro cittadino: chissà cosa racconteranno della nostra città e del "dono" meraviglioso (chiuso), quando torneranno a casa. Io temo di saperlo e non mi piace affatto".















