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Al Direttore | 19 ottobre 2011, 17:31

Certificato medico per la patente: nuovo intervento di un nostro lettore

Certificato medico per la patente: nuovo intervento di un nostro lettore

Un nostro lettore, il Dott. Attilio De Matteis, ci ha scritto per intervenire in relazione al certificato medico per la patente:

“Per una volta voglio scriverle per una questione strettamente riguardante la mia sfera professionale, ovvero la questione del certificato anamnestico per la patente di cui scrivono alcuni lettori. Posso affermare, a questo proposito, che c'è davvero molta disinformazione e non conoscenza di regolamenti o disposizioni. Con il ‘certificato anamnestico’ il Medico curante certifica che il soggetto non presenta controindicazioni alla guida, oppure che presenta situazioni pericolose per la guida stessa: assunzione di stupefacenti, abuso di alcool, malattie mentali, gravi cardiopatie inconciliabili con le funzioni di guida, epilessia non ben controllata farmacologicamente e quindi a rischio di crisi, ecc. Tale certificazione serve poi al Medico Legale od equivalente (che certo non conosce il soggetto) a certificare l'idoneità alla guida senza pericolo per sè o per gli altri. Tale certificazione, essendo al di fuori delle prestazioni di diagnosi e cura previste dal contratto, è una prestazione libero-professionale a tariffa libera (consigliata a partire da 30 Euro) per la quale il Medico deve rilasciare fattura, altrimenti è evasione fiscale. Il Medico che certifica si assume una responsabilità in campo civile e anche penale qualora certifichi il falso. E' evidente che ogni rinnovo o rilascio di patente deve essere correlato dal certificato anamnestico per escludere eventuali controindicazioni subentrate. Una curiosità: il certificato anamnestico era già previsto una ventina d'anni fa; alcuni anni fa venne abolito e sostituito da una ‘autocertificazione’, resa dal soggetto di fronte al Medico Legale, e... è facile immaginare cosa successe, dai tossicodipendenti che si dichiaravano modelli di virtù agli alcolizzati che si qualificavano come consumatori solo di gazzosa e via discorrendo... per cui fu necessario reintrodurre il certificato quale misura di difesa del pubblico interesse e della sicurezza. Spero che i lettori capiscano che tali disposizioni sono dettate dall'interesse e sicurezza generale, oltre che dalla necessità di salvaguardia del singolo, e non da un calcolo puramente ‘economico’ e di sfruttamento da parte del Medico”.

Carlo Alessi

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