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Politica | 16 agosto 2011, 16:31

Sanremo, piuttosto che con Genova, vuole andare con Cuneo. Già nel '700 chiese l'unione al Regno di Sardegna

La proposta lanciata oggi di accorpare le province del ponente ligure a Cuneo piuttosto che andare con Genova, appoggiata fortemente anche dal sidnaco di Sanremo, fa tornare alla memoria antiche vicende storiche simili. Nel Settecento i Sanremesi, piuttosto che rimanere con Genova, chiesero l'annessione al Regno di Sardegna. Per questo i genovesi spaventati costruirono subito Santa Tecla.

Il Forte di Santa Tecla

Il Forte di Santa Tecla

Non neghiamolo il campanilismo c'è e ci sarà sempre. C'è tra Imperia e Sanremo, figuriamoci con Genova, anzi è proprio l'andare contro il capoluogo ligure uno dei pochi esempi in cui le due "rivali" si alleano. L'ultima presa di posizione di oggi (cliccando QUI), relativa ad un accorpamento delle Province di Imperia e Savona (firmata anche dai sindaci di Sanremo, Imperia, Ventimiglia, Loano e Finale Ligure) con quella di Cuneo, piuttosto che andare con Genova, riporta alla memoria antichi eventi storici che confermano questo poco amore verso l'ex Repubblica Marinara. Il Presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza invoca addirittura un referendum per fare in modo che siano i cittadini stessi a pronunciarsi. 

Insomma una vera e propria sollevazione popolare, come già avvenuta nel Settecento quando i Sanremesi, piuttosto che rimanere insieme ai Genovesi, chiesero l'annessione al Regno di Sardegna. Fu proprio questo il motivo per cui i Genovesi decisero di costruire, nel 1754, il Forte di Santa Tecla che fa ancora bella (termine che è un eufemismo per come è tenuto e per le potenzialità turistiche e culturali che potrebbe avere....) mostra di se sul porto vecchio. Questa fortificazione doveva servire proprio a Genova per controllare meglio i Matuziani e contenere le loro volontà di indipendenza e di crescita. Inutile ricordare che la cerimonia di posa della prima pietra fu completamente ignorata dalla popolazione locale, anche perchè aveva comportato la demolizione di alcune case.

Tutti noi conosciamo poi la struttura di Santa Tecla con le feritoie rivolte non verso il mare, per contrastare eventuali invasori, ma verso la città. Infatti ogni volta che abbiamo parole con un genovese, ancora oggi, diciamo una cosa del tipo "Stai attento che già nel '700 non potevamo digerire i genovesi. Santa Tecla insegna !".

Oggi sembra accadere più o meno la stessa cosa.....corsi e ricorsi storici.....vedremo come andrà a finire, magari con Burlando, Repetto o la Vincenzi che costruiranno una nuova Santa Tecla, ovviamente con le feritoie rivolte verso Palazzo Bellevue !

Federico Marchi

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